The Floating Piers, Sgarbi: «Per favore, non chiamatela arte»

«La gente che va sulla passerella bivacca per strada, neppure i ristoranti credo abbiano avuto una ricaduta significativa»
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«Per favore, non chiamatela arte. La passerella di Christo è una trovata divertente, un’operazione molto riuscita, ma non è arte». Vittorio Sgarbi è un fiume in piena che si abbatte sui Floating Piers.

 

 

Perché è così critico nei confronti di Christo? «Non sono contro Christo, ma contro un’operazione condotta male. C’è una passerella che non porta da nessuna parte, nessuno dei visitatori dell’opera di Christo va a vedere i capolavori sparsi sulle sponde del lago, perché gli stessi enti locali non hanno saputo cogliere l’occasione per valorizzare il territorio».

Cosa si sarebbe potuto fare? «Si potevano distribuire piantine con i luoghi da visitare, oppure prolungare le passerelle con un percorso giallo che dal lago portasse ai paesi e lì tenere tutto aperto fino a mezzanotte. A Lovere, Iseo, Predore ci sono capolavori molto più belli dei Floating Piers. La gente che va sulla passerella bivacca per strada, neppure i ristoranti credo abbiano avuto una ricaduta significativa. Mi sembra la prova di un tempo degradato in cui la gente non ha più cervello e l’arte contemporanea diventa come una droga collettiva. Christo ha realizzato il suo sogno di camminare sulle acque, ma per il territorio questa è stata un’operazione autolesionista».

 

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