Storia e vite: i grandi anziani di Ome raccontano il paese che fu

Debora Masserdotti sta raccogliendo i ricordi dei 90enni per creare un archivio della comunità
Rosa Prati e Debora Masserdotti durante l’intervista - © www.giornaledibrescia.it
Rosa Prati e Debora Masserdotti durante l’intervista - © www.giornaledibrescia.it
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Uno scrigno di memorie da custodire e tramandare. La ricercatrice Debora Masserdotti, sostenuta dall’Amministrazione comunale, ha iniziato a raccogliere testimonianze degli over 90 di Ome per creare un archivio che possa raccontare, attraverso i ricordi, il passato di questa piccola comunità unita e caratterizzata da associazioni di contrada e tante realtà che già lavorano per mantenere vive le tradizioni. La prima ad essere interpellata è stata Rosa Prati, la «Muritìna».

La testimonianza

Nelle scorse settimane sono stati raccolti i ricordi della 94enne Rosa Prati che ha visto il passato da un osservatorio particolare e privilegiato, ovvero la locanda di famiglia nella contrada di Martignago.

«La signora Prati - ha raccontato Debora Masserdotti, storica locale e ricercatrice di origine clarense e oggi di casa a Ome - è l’ultima discendente di una famiglia storica che dal 1691 è stata proprietaria della chiesa di Sant’Antonio e della vicina osteria». Luoghi ricchissimi di storia e crocevia di vite che si sono intrecciate: la chiesa, tra l’altro, è stata anche rifugio per gli sfollati che arrivavano da Brescia in tempo di guerra. Un primo capitolo che proseguirà con i racconti di altri grandi anziani di Ome che saranno i testimoni di un passato da conservare.

A Ome si lavora dunque ancora una volta per creare una memoria storica forte. Non è infatti la prima volta che si va in questa direzione: è ancora viva in paese l’emozione per lo splendido documentario realizzato da Francesco Andreoli, «Vent’anni combattente - Gli ultimi reduci di Ome». Il film del 2020 raccontava, con la loro voce raccolta prima della loro scomparsa, la storia degli ultimi tre reduci di Ome, Francesco «Gino» Medici, Luigi Maranta e Paolo Plebani.

«Gli anziani sono le colonne della nostra comunità - commenta il sindaco Alberto Vanoglio -: i loro racconti devono essere diffusi e ricordati, perché non si perdano storie e tradizioni, per non dimenticare chi eravamo e decidere insieme dove vogliamo andare. Crediamo molto in questo progetto; grazie a chi avrà voglia di raccontarci un pezzo di storia di Ome».

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