Sfrattato e malato rientra in casa: «Non me ne vado»

Il 28 marzo una decina di pattuglie dei Carabinieri ha presenziato allo sfratto, senza l’uso della forza, della famiglia Mombelloni a San Pancrazio di Palazzolo, in seguito all’acquisto della villa di via Milano da parte di una immobiliare bresciana. L’82enne Vittorio Mombelloni, fondatore nel 1968 della ditta Fim Legno di Adro (fallita nel 2014 in seguito a una vicenda intricata e ancora poco chiara), e i figli Carlo e Marco l'altroieri mattina sono però rientrati nell’abitazione, dove si sono ristabiliti chiedendo che venga trovata una soluzione per mantenere l’integrità familiare.
«Dieci giorni fa siamo stati cacciati prospettando per me un posto in una casa di accoglienza lontano dai miei cari - ha spiegato il signor Vittorio -. Ho un tumore e ancora diversi strascichi di problemi cardiaci; ho bisogno dei miei figli che mi aiutano nella quotidianità. So bene che le forze dell’ordine torneranno per mandarmi via da questa casa che ho costruito nel 1971, ma proprio per questo dico sin da ora che, se non verranno accolte le nostre richieste, stavolta dovranno usare la forza per farmi uscire, perché io non intendo andarmene senza una soluzione che mi consenta di stare con la mia famiglia. Ho già perso mia moglie due anni fa».
La scorsa settimana i Mombelloni avevano deciso di interpellare l’associazione «Diritti per tutti», che da anni aiuta le famiglie sotto sfratto in situazioni di vulnerabilità. Presente ieri mattina a Palazzolo il responsabile Umberto Gobbi. «Sebbene non ci interessi la vicenda giudiziaria e finanziaria che ha portato a questo triste epilogo per la famiglia Mombelloni, ci siamo attivati perché esiste un protocollo per gestire gli sfratti nel Bresciano, sottoscritto con tutte le componenti che si devono attivare in questi casi, protocollo che garantisce un tavolo di confronto in Prefettura ogni qualvolta si presentino episodi di sfratti di persone con fragilità - ha spiegato Gobbi -. In questo caso siamo di fronte a un anziano malato che necessita dell’aiuto dei figli, tutti sfrattati senza che vi sia stato un dialogo in Prefettura. Chiediamo che il nuovo gabinetto si attivi per ascoltare queste persone e trovare una soluzione che tenga conto delle esigenze familiari».
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