Sebino e Franciacorta visti dallo spazio

Iscritto al primo anno di Fisica, Emanuele Balduzzi ha costruito due palloni spediti nella stratosfera per fotografare il territorio.
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Ammirare le fattezze del lago d’Iseo, della Franciacorta e dell’Adamello direttamente... dallo spazio non è una novità. Una cosa però è guardare fotografie e filmati scattati o girati da sonde e satelliti, un’altra è invece ottenerli con il proprio ingegno, partendo da una semplice idea, armati di passione e voglia di fare.

L’impresa - perché proprio di questo si può parlare - è riuscita allo studente maronese Emanuele Balduzzi, iscritto al primo anno di Fisica all’Università Cattolica di Brescia. Spinto dall’amore per l’apprendimento attraverso esperimenti concreti, e dalla necessità di realizzare una tesina per la maturità, il 19enne sebino ha progettato ed eseguito due viaggi «nello spazio» con un pallone aerostatico, mandando in orbita una macchina fotografica e due telecamere, partite dall’eremo di San Pietro di Pregasso e arrivate in due ore di ascesa ai 35mila metri della stratosfera.

L’obiettivo? Ottenere scatti e video personali più unici che rari, del lago d’Iseo, del monte Guglielmo, del territorio bresciano e progressivamente delle Alpi e del fiume Po, fino all’intero nord Italia: materiale che gli ha permesso di proporre una tesina davvero stupefacente per intraprendenza e risultati ottenuti.

«Il pallone l’ho fatto arrivare dall’Inghilterra perché in Italia non ne ho trovati con quelle caratteristiche - racconta Emanuele -: il resto, invece, l’ho costruito con le mie mani. Sono partito da una scatola di legno imbottita di polistirolo, indispensabile per difendere dai 60 gradi sotto zero le apparecchiature, e vi ho inserito due Gps per seguire i movimenti del pallone (via internet, ndr), due telecamere, un cellulare per facilitare il recupero del materiale all’atterraggio, un paracadute per frenare la discesa. Ho realizzato due viaggi - aggiunge Emanuele -, il 29 marzo e il 21 agosto. Il secondo è stato necessario perché in marzo la giornata non era limpida e il risultato non mi entusiasmava. Nel materiale della seconda spedizione ho aggiunto una macchina fotografica, programmata per scattare una fotografia ogni minuto: ne ha fatte ben 600».

Uno il pallone tornato al suolo, dove è stato recuperato? «L’ho recuperato la prima volta a Treviso, la seconda a Crema».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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