Sassabanek, via alla ricerca dell’acqua termale: arriva Cogeme

Presentati dal consiglio di amministrazione i nuovi progetti: lavori per il pozzo a gennaio
Svago e divertimento. Una vista dall’alto di Sassabanek
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La Società sviluppo turistico lago d’Iseo realizzerà, presumibilmente tra gennaio e marzo del 2019, un pozzo a due vie: una per reperire acqua ad uso civile, a 35 metri, e l’altra per invece per l’acqua calda, termale e salmastra, tra gli 800 ed i mille metri di profondità, a sue spese.

Le novità emerse dal consiglio d’amministrazione della società per azioni nell’assemblea degli azionisti sono state molteplici: la prima riguarda il non utilizzo del contributo pubblico, erogato dalla Regione al Comune di Iseo, consistente in duecentocinquantamila euro, per una scelta «di convenienza».

Le scelte. «Il finanziamento regionale ci avrebbe vincolato a usare l’acqua in seguito a bando, vista la natura privata della società Sassabanek - ha spiegato l’amministratore unico Flavio Gnecchi -, e quindi a non avere potere decisionale e a non poter proseguire in autonomia l’avventura termale».

La seconda invece prevede l’ingresso nella compagine sociale della Cogeme spa, la società che ha dato il via alla ricerca del bacino acquifero nel 2015 e che detiene ora l’autorizzazione alla realizzazione del pozzo.

Il socio. «Cogeme diventerà un partner industriale di Sassabanek - ha continuato Gnecchi - acquistando tremila cinquecento azioni, oggi detenute dallo Sviluppo turistico lago d’Iseo, per un valore di 42 mila e 500 euro. Cogeme non verserà quanto pattuito ma cederà in cambio i diritti dell’autorizzazione. Inoltre sosterrà anche per la metà il costo della realizzazione del pozzo, quantificato inizialmente in 700mila euro». Quindi, la Sassabanek, ottenuto il via libera all’unanimità dall’assemblea a proseguire per questa strada, diventerà titolare del progetto senza dover rendere conto a nessuno se non ai propri soci, tra cui figurerà oltre al Comune di Iseo, socio di maggioranza ed alla Provincia di Brescia, anche Cogeme. «Le previsioni sono positive per ogni tipo di ritrovamento della risorsa idrica - ha spiegato Gnecchi - perché se troveremo solo "acqua", avremo comunque una riduzione dei costi per la società che annualmente spende più di 100mila euro di acqua sia per le piscine che per il campeggio. Se questa invece sarà calda o termale, allora si apriranno scenari del tutto nuovi».

Secondo le ricerche dell’Eni infatti, la vena che si trova a Iseo sarebbe la stessa che parte da Sirmione e continua poi verso Trescore e Gaverina Terme.

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