San Pietro in Lamosa, il monastero conteso

Il Comune cancella il mercatino biologico e la rassegna delle birre artigianali, ma la Fondazione che gestisce lo spazio non ci sta
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Addio al tradizionale mercatino biologico della quarta domenica del mese, «Dalla terra alla tavola», e stop alla terza edizione di Torbiere in fermento, rassegna dedicata alle birre artigianali. Sono i primi effetti della decisione del sindaco di Provaglio d'Iseo Marco Simonini, in carica dal maggio 2014, di cancellare dal programma del monastero di San Pietro in Lamosa, di cui il Comune è proprietario, «gli eventi di carattere non propriamente culturale».

Per motivare la novità, il sindaco ha richiamato il «Codice dei beni culturali e del paesaggio», nel passaggio in cui disciplina l’uso di edifici vietandolo «a quelle utilizzazioni che non siano consone alla dignità insita nel valore artistico o storico dell’oggetto o che ne risulterebbe sminuito o mortificato». Simonini ha anche parlato dimancanza di sicurezza nella struttura: se così fosse, sarebbe a rischio tutta la programmazione dello spazio.

Una scelta che sta suscitando polemiche, anche in considerazione del fatto che il 2015 è l’anno dell’esposizione universale dedicata al cibo e che entrambi gli appuntamenti potevano contare su un pubblico in crescita.
 
Oltre che ai diretti interessati, la decisione non è piaciuta alla Fondazione San Pietro in Lamosa, che si occupa di gestire le attività nel monastero. Il presidente Fausto Pezzotti è corso ai ripari chiedendo a Asl e Soprintendenza un parere sugli appuntamenti in calendario: «Mercatini all’interno di luoghi architettonici di pregio non mancano, penso ad esempio al Castello di Padernello». Pezzotti spera anche che gli venga dato il via libera per "L'arte non dorme mai", rassegna artistica rivolta ai giovani. 

Nella contrapposizione tra Comune e Fondazione non mancano gli aspetti politici. Pezzotti è stato a lungo assessore in paese e la sua riconferma a presidente dell'organismo culturale è avvenuta poco prima delle elezioni amministrative dello scorso anno. Assieme al resto del direttivo, nominato in parte dalla stessa amministrazione provagliese, resterà in carica fino al 2019. Simonini, dunque, rappresenta il socio forte, ma non può contare su un filo diretto con la Fondazione. Non solo: le iniziative nel mirino del sindaco sono nate col via libera della precedente amministrazione: anche da questo può derivare lo strappo degli ultimi mesi.

L'unica certezza della contesa è l’amaro in bocca per i produttori agricoli e per gli organizzatori di Torbiere in fermento. In attesa che da Asl e Soprintendenza arrivino pareri utili a risolvere la contesa.

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