Rodengo: nasce Elite, Franciacorta senza solfiti

Il prodotto Elite nasce dagli enologi dell'azienda Mirabella dopo 4 anni di studi sull'uso dei solfiti.
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Ma no che non si muore. Se si assorbono solfiti, anche in dosi elevate, al massimo ci si porta a casa un gran mal di testa. Però la scritta «contiene solfiti» è obbligatoria da qualche anno, per imperativo dell'Ue, su tutte le bottiglie di vino che contengono più di 10 mg/litro (cioè quasi nulla).
Il miglioramento delle tecniche di cantina (soprattutto l'uso del freddo e dei gas inerti come l'azoto) ha ridotto grandemente la necessità di aggiungere anidride solforosa in funzione antimicrobica e antiossidante.

L'aggiunta, infatti, assicura al vino (ma anche alla frutta) quel bel colore vivo e stabile che rassicura sulla freschezza del prodotto. La Franciacorta viaggia in media tra i 40 e i 70 mg/litro. È poco, ma si può fare meglio: così parecchie cantine dichiarano che il loro vino è «senza solfiti aggiunti» (un po' di solfiti li produce l'uva stessa durante la fase di fermentazione e andare sotto i 30 mg/litro è andare oltre la natura).
Ma Mirabella, la grande azienda di Rodengo Saiano nata nel 1979 per iniziativa dell'enologo Teresio Schiavi, c'è riuscita.

L'altra sera l'azienda ha presentato Elite, un Franciacorta Extra Brut che è l'unico vino, che ci risulti, che non mette in etichetta la scritta «contiene solfiti».
Per arrivarci ci sono voluti quattro anni di studi che hanno impegnato tutti e tre gli enologi dell'azienda, cioè il fondatore Teresio Schiavi e i figli Alessandro e Alberto. Per riuscire si deve partire da uva sanissima e poi fare in modo di impedire ogni ossidazione del vino in tutte le fasi della lavorazione. Il risultato deve essere perfetto.
Quello presentato era un Franciacorta 2010 di grande freschezza e immediatezza, giocato sul delicato sentore di fiori bianchi. Un prodotto molto piacevole di taglio moderno che regala una grande sensazione di pulizia gustativa. Per fare di più i tre enologi hanno eliminato la chiarifica con prodotti a base di latte e di uovo, sostituti con un prodotto naturale estratto dalla buccia dell'uva.

A questo punto c'è da chiedersi a chi sono destinate le prime 3.500 bottiglie (che sono ovviamente piuttosto costose).
Oltre gli aspetti tecnici, Elite evidenzia (e questo ci pare il punto vero della questione) una accentuazione dell'etica nella produzione, che è tema emergente nel mondo del vino e non solo. Anche se Elite è un goccio di fronte alle 450mila bottiglie di Franciacorta prodotte da Mirabella, sarà di traino all'immagine aziendale.

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