«Rifiuti dalla Vallosa alla Macogna»: la proposta in Provincia

Scarti pericolosi tombati nel sito di Passirano sarebbero trasferiti 10 chilometri più a sud
Uno dei piezometri collocati nella discarica della Vallosa di Passirano, che fa parte del Sin Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
Uno dei piezometri collocati nella discarica della Vallosa di Passirano, che fa parte del Sin Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
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I rifiuti pericolosi tombati nella discarica della Vallosa di Passirano potrebbero trovare posto nell’attuale cava Gatti della Macogna, a cavallo tra Cazzago, Berlingo, Travagliato e Rovato. Sarebbe questo il contenuto della proposta formulata dalla ditta Eredi Compagnia Nazionale srl (che ha in gestione la cava) alla Provincia di Brescia per la bonifica e il trattamento dei rifiuti contaminati da Pcb presenti nell’ex cava posta a sud di Passirano, inserita nel Sito d’interesse nazionale Caffaro.

Un’ipotesi di prefattibilità che, se approvata, andrebbe a cambiare radicalmente l’intervento alla Vallosa: dal capping in corso (sorta di copertura della discarica) a una vera e propria bonifica, con il materiale inquinato che viaggerebbe verso sud di una decina di chilometri, «atterrando» alla Macogna. Questa mattina in Provincia si discuterà proprio di questo, a un tavolo che si annuncia piuttosto affollato.

Il presidente della Provincia, Samuele Alghisi, ha invitato i sindaci di Passirano, Cazzago, Berlingo, Rovato, Travagliato e Ospitaletto, oltre a Consorzio Franciacorta Docg, Prefettura, assessorato regionale all’ambiente. E ancora: il commissario Sin Brescia - Caffaro, Mario Nova, e il commissario unico per la bonifica delle discariche, generale Giuseppe Vadalà, oltre ad Ambiente Futuro Lombardia e Legambiente Franciacorta. Contrarietà. In attesa di vedere, materialmente, i documenti, dalla Macogna si alza però un muro di contrarietà.

«Non abbiamo ricevuto il progetto  - spiega il sindaco di Cazzago, Fabrizio Scuri - ma si parla di un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi e una discarica di servizio di 2 milioni di metri cubi per il trattamento di rifiuti contaminati da Pcb nell’attuale cava Gatti, in Macogna.  Qui i rifiuti verrebbero trattati e condotti in altri impianti per seguire la filiera del recupero, mentre tutto ciò che non potrà avere nuova vita finirà dentro la discarica. Per la Vallosa, senza contare la porzione recuperata dei rifiuti, si parla però di 470 mila metri cubi», meno di un quarto di quanto richiesto dal privato.

«Appare chiaro quindi - prosegue Scuri - che si tratterebbe di una discarica a servizio di tutta la Lombardia. Siamo assolutamente contrari e lo comunicheremo, assieme a Travagliato e Berlingo, sottolineando anche i molti criteri escludenti presenti, a partire dalla presenza a distanza irrisoria di altre discariche».

Linea analoga anche da Berlingo. Dichiara il sindaco Fausto Conforti: «Attendiamo comunicazioni e documenti precisi, perché non abbiamo in mano nulla: non il modo migliore di iniziare un confronto. Berlingo ha comunque sempre manifestato contrarietà a cave o discariche, spingendo addirittura per un parco alla Macogna: è la posizione da sempre dell’Amministrazione, fin dai tempi del compianto Dario Ciapetti. Manteniamo la stessa identica linea».

Ancora più duro Angelo Bersini, storico ambientalista di Berlingo, tra gli animatori dei precedenti comitati «No Macogna»: «Siamo pronti fin da subito alla mobilitazione, diretta prima di tutto a chi si dichiarerà favorevole a realizzare una discarica alla Macogna, area già devastata dal punto di vista ambientale, con il subdolo pretesto di bonificare la Vallosa. Ci risulta tra l’altro che i lavori di bonifica siano a buon punto, con i fondi del Sin Caffaro: soldi pubblici che, se passasse questa linea, sarebbero stati buttati». In attesa.

Più attendista, invece, la posizione di Legambiente Franciacorta, che vuole capirne di più: «Siamo stati gli unici - dice il presidente, Silvio Parzanini - a chiedere da sempre la bonifica della Vallosa, una discarica che crea ancora oggi danni notevolissimi all’ambiente. Coerentemente a ciò, accogliamo positivamente l’idea della bonifica. Come e dove, ovviamente, è tutto da discutere. Per questo attendiamo delucidazioni dal tavolo in Broletto».

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