Post razzista: nella bufera il consigliere di Rovato

Questione di stile. Di interpretazione del ruolo istituzionale. Di razzismo. E di colore. Per un consigliere comunale di Rovato è - citiamo letteralmente - «il color della m…». Il 20 marzo Diego Vezzoli (che si definisce leghista, ma non è più tesserato e la stessa Lega prende le distanze dalle sue posizioni) interviene su Facebook commentando il post di un altro utente del social. «Quindi i negher non si possono chiamare negher, non si possono chiamare di colore, non si possono chiamare... Mandiamoli a casa così non dobbiamo più chiamarli» è il messaggio, cui Vezzoli di suo aggiunge «... il color della m...».
E sotto il commento del consigliere comunale spunta anche un like, un «mi piace» del sindaco del paese da sempre roccaforte del Carroccio, Tiziano Alessandro Belotti. Un caso che ora finirà al centro del prossimo consiglio comunale perché il gruppo consiliare «RovatoW» ha depositato un’interrogazione. «Il commento del Consigliere Vezzoli è oltre che irrispettoso e volgare, non certo in linea sia con il dettato costituzionale che con le leggi vigenti» viene scritto ricordando che «il regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale stabilisce che i Consiglieri comunali debbano rispettare le leggi e non compiere atti contrari alla Costituzione e che la Costituzione della Repubblica Italiana stabilisce all'art. 3 che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e che il Codice penale punisce chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico».
Il gruppo chiede poi che «il presidente del Consiglio comunale, anche secondo le prerogative di rappresentanza dell’istituzione, voglia render informazione al Consiglio anche in relazione ad eventuali prese di posizioni o azioni che voglia intraprendere nel proprio ruolo».
Per la sua attività sui social Davide Vezzoli era già finito nel mirino in occasione del 25 aprile 2019 quando venne pubblicata una sua fotografia con la divisa delle SS. Il consigliere comunale a Rovato, su alcuni video pubblicati in rete si definisce un esperto di metafonia, una tecnica di comunicazione con il mondo invisibile. «Evitate cose fai da te. Se l’entità si mette in casa vostra, non lo cacciate più via» racconta in Rete. «Un giorno - ha pure spiegato - ho registrato un messaggio che ho cancellato subito in cui una voce maschile molto grave mi diceva: io ti uccido».
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