Pianera, da area inquinata a bosco con 6mila alberi

L’ex cava è stata recuperata e porta il nome di Simone Mazzata che l’ha sognata e voluta fortemente
La Pianera durante i lavori - © www.giornaledibrescia.it
La Pianera durante i lavori - © www.giornaledibrescia.it
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Il «Bosco della Pianera» è pronto ad accogliere studenti e cittadini che lo chiederanno nel nome di Simone Mazzata. Sabato scorso l’area dell’ex discarica, oggi simbolo di rigenerazione, è stata inaugurata e intitolata al primo segretario della Fondazione Cogeme nata vent’anni fa. Mazzata, scomparso tre anni fa a soli 54 anni, si è battuto per l’ambiente durante tutto l’arco della sua vita. «Questa iniziativa si lega alla Carta della Terra della Fondazione ed è stata organizzata in collaborazione con la famiglia Mazzata - spiega il sindaco Gianluca Cominassi -. Simone se ne andò da Fondazione Cogeme ma il suo impegno per l’ambiente non venne mai meno. Questa intitolazione vuole lasciare un segno in suo ricordo».

L’area

Il Bosco della Pianera, progetto di recupero ambientale sul sito dell’ex discarica a sud di Castegnato, è stato completato nelle scorse settimane grazie a un importante lavoro di rete tra Comune, commissari del Sin Caffaro, Gabriele Pellegrini (geometra co-progettista degli impianti tecnici del sito) ed Emanuele Cabini (dottore agronomo progettista e direttore dei lavori agroforestali). Il sito castegnatese è una delle ex cave, trasformatesi poi in discariche, con i suoi quasi cinque ettari d’area che furono riempiti in modo incontrollato e spesso illecito con rifiuti di tipo urbano e industriale tra gli anni Sessanta e Settanta. Nel 2003 è stata inserita nel Sito d’interesse nazionale (Sin) Brescia - Caffaro, con dei fondi da un milione e mezzo di euro circa per poter realizzare la misura di prevenzione con il metodo del «capping», una sorta di copertura impermeabile della discarica. Completata l’opera di prevenzione e messa in sicurezza, si è aperto al progetto che ha portato alla creazione dell’area boschiva composta da diverse collinette e 6mila tra arbusti e alberi. Questo bosco non sarà aperto al pubblico, ma a disposizione di scuole e associazioni che proporranno dei progetti ad hoc, e di chi ne farà richiesta. Sarà quindi a totale disposizione di chi, in modo concordato, chiederà di potervi accedere per degli studi oppure semplicemente osservare e apprezzare le differenze botaniche presenti: viburni, noccioli, cornioli, maggiociondoli, salici, ligustri, biancospini, rose canine, querce, gelsi e carpini.

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