Pensione per cani «abusiva»: donna di Cologne nei guai

La Polizia Locale le notificherà una sanzione in quanto mancano autorizzazione sanitaria di Ats e Scia
Sul posto gli agenti della Polizia locale - © www.giornaledibrescia.it
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Svolgeva un servizio molto utile in questi mesi estivi, ma non aveva ricevuto alcun permesso per poterlo fare. Per questo motivo una 50enne di Cologne è stata raggiunta nella sua proprietà dalla Polizia locale, che le ha contestato di avere una pensione abusiva per cani.

Tutto è partito dalle segnalazioni alle forze dell'ordine da parte di alcuni residenti che hanno segnalato un continuo e singolare viavai di cani coi rispettivi padroni all’interno di un cascinale non lontano dal centro del paese franciacortino. Stando a quanto spiegato alla Polizia intercomunale del Montorfano, l'attività sarebbe stata svolta anche nei mesi scorsi.

Il sopralluogo degli agenti, mercoledì, ha portato alla luce una situazione dalla doppia valenza: da un lato c'erano le condizioni degli animali ospitati, in tutto una ventina (quattro però intestati alla 50enne), che sono state considerate ottimali, ma dall'altro mancavano comunicazioni al Comune e autorizzazioni tecnico-sanitarie. La colognese non aveva infatti mai presentato la Scia al Municipio di Cologne per dichiarare l'inizio dell'attività.

Sul posto gli agenti della Polizia locale - © www.giornaledibrescia.it
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In più, come dovrebbe essere prassi per questo tipo di strutture, non era mai stata neppure ottenuta l'autorizzazione sanitaria dall'Ats del distretto veterinario di Rovato per la detenzione degli animali. I cani venivano ricevuti, ospitati, nutriti e ben tenuti, ma non vi era alcun registro di ingressi e uscite degli stessi. Gli agenti guidati dal comandante Luca Leone, che hanno concluso le operazioni di rilevazione dei microchip e si sono confrontati sul tema con Ats, notificheranno nei prossimi giorni una sanzione che dovrebbe essere di circa duemila euro, ma sono in corso indagini anche di natura edilizia. Per la Polizia locale la signora, segnalata all'Ats, dovrà regolarizzare la propria attività se vorrà continuare ad esercitarla, anche se lo farà senza fini di lucro.

La difesa

La donna si è però rivolta a un legale, l’avvocata del Foro di Brescia, Silvia Lancini, la quale ha riferito che «i cani sono tenuti benissimo, vivono con la signora e non nelle gabbie e, soprattutto, questa donna svolge il servizio solo per amici e quindi senza ricevere alcun compenso. È mossa da un amore incondizionato per i cani e infatti mantiene gli ambienti pulitissimi».

L'avvocata ha spiegato anche che «chi sta via tutto il giorno per lavoro o, in questo periodo, in vacanza, le lascia i cani perché sa che si trovano bene – ha proseguito - Quanto alla contestazione sulle misure dei box, usati solo saltuariamente, specifico che non sono opera della mia cliente ma di un parente che viveva lì in precedenza».

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