Paratico: «Il bosco dei Tassodi non si tocca»

Diecimila metri quadrati occupati da una zona divenuta selvaggia ed unica nel suo genere, il bosco dei Tassodi di Paratico, verranno recuperati per diventare zona umida, salvaguardata dal punto di vista naturalistico-ambientale.
Dopo una nuova valutazione effettuata dal sindaco Maria Giulia Venturi con l'assessore all'Urbanistica Francesco Pianegonda, il progetto di riqualificare l'area a scopo turistico ricreativo è cambiato. L'habitat (il bosco da anni è allo stato naturale e incontaminato), suggerisce infatti un imperativo: tutelare la flora e la fauna e non deturparla.
Lo stesso sindaco, dopo un'ispezione sul posto, ha deciso di valutare alternative diverse: «La zona si presenta incontaminata proprio in virtù del fatto che è di difficile accesso, anche provenendo dal lago; ramaglie e tronchi impediscono di penetrarvi dalla terraferma e tutto è rimasto legato agli eventi naturali; la presenza dell'uomo non ha modificato nulla perché si può accedere dal lago solo quando il livello dell'acqua è molto basso», ribadisce la Venturi.
L'area ex Rio, all'interno della quale si trova il bosco di Tassodi, adiacente da un lato al lago, infatti è dismessa ed abbandonata dal 1995, anno in cui l'opificio ha chiuso i battenti. Da allora nessuno più, se non qualche pescatore, condizioni permettendo, è venuto a pescare vicino al bosco. La sua caratteristica consiste nell'essere costituito da più di trecento piante di Taxodium Distichum, piante acquatiche provenienti dalla Florida, messe a dimora alla fine del 1800, con particolari radici che fuoriescono dall'acqua in quanto pneumatofore. «Gli alberi oggi hanno raggiunto i venti metri d'altezza, alcuni sono caduti e si sono messi di traverso ma la natura ha reso questo luogo incantato - continua il sindaco - qui nidificano gli uccelli indisturbati, si trovano enormi mitili di lago e le piante hanno assunto forme particolarissime».
L'accordo con la società che ha acquisito l'area Ex Rio permetterà al Comune di appropriarsi dell'ettaro di bosco che però non diventerà uno spazio pubblico come prima sembrava. «Inizialmente avevamo pensato di ripristinare i canali che permettono il deflusso dell'acqua e l'ossigenazione delle radici, di costruire passerelle in legno e percorsi per accedere ad una parte di territorio molto particolare, dove il lago incontra il fiume - afferma la Venturi - ma avendo visto cosa ci ha regalato l'assenza dell'uomo, il progetto subirà sicuramente delle variazioni in linea con una relazione agronomica effettuata nel lontano 1981».
Anche questo studio infatti proponeva di realizzare passerelle esterne e non interne proprio per non deturpare le radici dei Tassodi; l'idea del sindaco, che a breve conferirà incarico ad una florovivaista per studiare le possibilità di fruizione del bosco, è quella di creare accessi per visite guidate ma non di lasciare l'ingresso libero. «Dovremo trovare un accordo con il Parco dell'Oglio visto che il bosco di Tassodi è sotto la loro competenza ed anche con la Sovrintendenza e speriamo di poter iniziare gli studi prima dell'estate».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato