Ottima l’annata della pesca nelle acque del Sebino: «Mai così ricca da oltre 10 anni»

Pescatori del lago d'Iseo soddisfatti, Barbieri: «Merito dell’alga Cara e del lavoro fatto per la qualità dell’acqua»
Quella in corso è una stagione ricca di soddisfazioni per i pescatori del Sebino - © www.giornaledibrescia.it
Quella in corso è una stagione ricca di soddisfazioni per i pescatori del Sebino - © www.giornaledibrescia.it
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La scarsità di pesce e la conseguente difficoltà dei pescatori professionisti a lavorare sul lago d’Iseo sono state per anni gli argomenti principali di ogni confronto tra gli addetti del settore.

L’estate che si sta concludendo invece ha stravolto quella che ormai era diventata una amara consuetudine. I mesi della bella stagione 2022 infatti andranno in archivio non più come «difficili» ma piuttosto come «molto pescosi» e - segno che fa ben sperare - contrassegnati da una «forte presenza di novellame», pesci giovanissimi che testimoniano la vitalità delle colonie che oggi abitano il Sebino.

«Era da almeno dieci anni che non vivevamo una stagione così soddisfacente - racconta il pescatore e consigliere comunale iseano con delega alla Pesca, Raffaele Barbieri -. Nelle reti non è mancato niente. Dai coregoni alle scardole, passando per persici, agoni, tinche, cavedani, gamberi e nel basso lago anche le anguille. Ogni giorno la fatica e i sacrifici delle levate all’alba sono stati ricompensati».

Le cause

«Merito - dice - del ritorno dell’alga Cara, l’alga buona che crea sul fondale una foresta subacquea e garantisce ai pesci un nascondiglio per sé e per le uova. E non vanno dimenticati l’ampio lavoro per migliorare la qualità dell’acqua sebina, partendo dal collettamento fognario di tutti i paesi rivieraschi che dopo anni sta facendo vedere i risultati, e i meticolosi lavori di ripopolamento ittico e di estirpazione di specie voraci e dannose come il siluro».

Proprio in tema di ripopolamento una parte determinante è stata svolta dall’incubatoio clusanese di via Degli orti, garanzia negli ultimi sei anni della deposizione nel lago di centinaia di migliaia di pesciolini di diverse specie, anche se quest’anno tra lo stop all’incubazione del coregone, conseguenza di una legge nazionale, e la consegna tardiva dell’appalto ai gestori dell’Unione pescatori bresciani, a metà giugno, non si è andati oltre la semina di 150.000 avannotti di tinca.

Prospettive

«Siamo già al lavoro - ha riferito il vicepresidente dell'Unione dei pescatori Germano Bana - con una pianificazione che tra fine 2022 e la primavera del 2023 dovrebbe portare al ripopolamento sia del coregone, per la cui deroga alla legge vigente si attende ancora l’ufficialità, sia di tinche, cavedani e lucci».

Se nel basso lago le cose sono andate a gonfie vele, nel medio e nell’alto lago si può dire altrettanto. «L’inverno era partito a rilento - racconta il pescatore pilzonese Marzio Danesi -. Poi l’acqua si è scaldata e i pesci sono tornati verso riva garantendo buone pescate. Un problema però rimane: la presenza di centinaia di tuffetti, cormorani, svassi e aironi, uccelli ittiofagi che si mangiano il pesce da mattina a sera».

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