Ostaggio bresciano in Siria, sequestro «anomalo»

Sergio Zanotti compare in un video in cui chiede aiuto, la famiglia denunciò la scomparsa a maggio
Un bresciano rapito in Siria
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Un bresciano che compare in video, dicendo di essere sequestrato da sette mesi in Siria e facendo appello al governo italiano perché lo salvi. Sono solo questi, finora, i dati certi sulla vicenda di Sergio Zanotti, ex imprenditore di 56 anni. Sul resto regna il mistero più assoluto: cosa ci facesse in Siria, chi lo abbia rapito e cosa voglia in cambio della sua liberazione.
Un sequestro «anomalo», lo definiscono fonti investigative a Roma, sottolineando che al momento non c'è alcuna richiesta di riscatto.

La ex moglie aveva denunciato la scomparsa di Zanotti fin dal maggio scorso, quando non era rientrato da un viaggio che aveva fatto in Turchia. E proprio in questo Paese tra gli espatriati siriani oppositori del regime di Damasco circola l'ipotesi che gli autori del rapimento sarebbero criminali comuni. Ma la procura di Roma ha già aperto da mesi un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di sequestro di persona a fini di terrorismo. 

Zanotti, la cui impresa edile è stata dichiarata fallita, era stato tra l'altro condannato in passato a un periodo di detenzione per evasione fiscale. Nel video, postato dal sito di notizie russo Newsfront, si vede l'uomo, con una lunga barba e vestito con una tunica bianca, in ginocchio all'aperto tra alcuni ulivi. Alle sue spalle un altro, vestito di nero e con il volto coperto, gli tiene puntato contro un fucile mitragliatore. In mano l'uomo inginocchiato tiene un cartello con una data, apparentemente il 15 novembre 2016. 

Anche le modalità della diffusione del video lasciano aperti diversi interrogativi. Newsfront cita infatti come fonte un profilo Facebook intestato a un certo Ahmed Mehdi, aperto il 21 novembre: proprio il giorno in cui è stato utilizzato per diffondere le immagini.

 

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