Onorio, l'agricoltore che «asseconda» la natura

L'ex impiegato Onorio Belussi, ha realizzato la più grande food forest d'Italia. Obiettivo: assecondare lo sviluppo spontaneo delle piante
Onorio Belussi nella sua foresta
Onorio Belussi nella sua foresta
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«Paradiso terrestre». Così Onorio Belussi, classe 1942, chiama i suoi tremila metri quadrati di terra nel cuore della Franciacorta, alle porte di Adro, che coltiva da quasi tre decadi come la più grande «food forest» d’Italia. L’idea è quella di un’unica coltivazione multiuso e multifunzione in cui trovano collocazione armonica alberi da legno, piante da frutto, erbe medicinali, ortaggi e tanto altro, in sinergia pure con le piante spontanee e gli animali.

Per capire la particolarità dell’esperienza di Belussi, che ha pochi eguali nel nostro Paese, bisogna andare lontano. Per l’esattezza, dall’altra parte del mondo, in Giappone. Qui è nato, poco meno di un secolo fa, il metodo «Fukuoka», meglio conosciuto come «agricoltura naturale» o «del non fare». Obiettivo: minimizzare il più possibile gli interventi dell’uomo in agricoltura, limitandosi ad accompagnare un processo largamente gestito dalla natura, rifiutando così le imposizioni agricole moderne.

Detto, fatto: folgorato dalla lettura de «La rivoluzione del filo di paglia», il manifesto dell’agricoltura naturale, Belussi - ex impiegato comunale - ha deciso di convertire il proprio appezzamento nel tempio bresciano del non fare. Parte da una convinzione: «Gli interventi umani non fanno aumentare la produzione, servono per non farla diminuire. Solo la natura produce cibo. Il mio compito è quello di essere un suo semplice assistente, come già fanno da sempre animali e mondo vegetale, che partecipano al continuo movimento e alla costante trasformazione di energia e materia, peculiarità unica della natura». 

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