Maxi-operazione alla Pedrocca: bloccata una banda di rapinatori

L’operazione tra Cazzago, Rovato e Ospitaletto ha portato all’arresto dei malviventi che puntavano ad un deposito di contanti
Calma irreale: strade deserte presidiate dalle forze dell’ordine - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Calma irreale: strade deserte presidiate dalle forze dell’ordine - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Una fetta di provincia blindata e sotto assedio. Per ore. Scene da film quelle a cui hanno assistito dal tardo pomeriggio di ieri i residenti e i commercianti dell’Ovest bresciano tra Cazzago, Rovato ed Ospitaletto. Vale a dire il cuore di un’operazione delle forze dell’ordine che hanno sgominato una banda di rapinatori. Malviventi che arriverebbero dalla Calabria, ma anche da Puglia e Sicilia, oltre ad un bresciano, proprio di Cazzago, almeno stando alle poche e frammentarie notizie filtrate nel corso di quello che è stato un vero e proprio blitz, con tanto di cariche esplosive fatte saltare dagli uomini del Nocs, le forze speciali della Polizia di Stato che con i carabinieri del Ros sono stati coordinati dal pubblico ministero Paolo Savio, titolare dell’inchiesta durata sei mesi, e dal procuratore capo Francesco Prete, presente sul campo fino al termine dell’operazione il cui fulcro è stato un capannone in mezzo alle campagne tra le frazioni Pedrocca di Cazzago San Martino e Lodetto di Rovato.

L'obiettivo

Un’area sorvegliata anche dal cielo con un elicottero che è stato in volo a lungo. Il grande obiettivo. Gli arresti scattati dopo ore di intervento hanno permesso di sventare quello che sarebbe un piano clamoroso che il gruppo criminale aveva come obiettivo: l’assalto ad una struttura privata di raccolta e deposito contanti della zona del Lago di Garda. Nel capannone della banda sarebbe stata trovata una ruspa da utilizzare per l’assalto milionario e delle armi.

La pianificazione del colpo risulterebbe registrata sui nastri delle intercettazioni telefoniche e ambientali agli atti dell’inchiesta. Un’indagine nata da lontano: nel senso di tempo, per l’incrocio di operazioni passate, e geograficamente, per elementi raccolti in diverse zone d’Italia. Tutti i componenti della banda di rapinatori sarebbero infatti conosciuti per precedenti colpi messo a segno.

La tensione

Nei paesi interessati e dal tardo pomeriggio blindati, i residenti hanno avvertito degli spari, ma in verità erano le cariche utilizzate per l’irruzione nel capannone che era presidiato da settimane. Nessuno è rimasto ferito, non dalla parte dei rapinatori e neppure tra gli uomini in divisa. E attorno alle 21, dopo ore di strade bloccate e tensione alle stelle, l’operazione si è conclusa con l’arresto di tutti i presenti nel capannone al momento del blitz delle forze dell’ordine e dei presunti complici in altre zone della provincia. «Mai viste tante auto tutte insieme di Polizia e carabinieri» il commento della gente di Cazzago. E alla fine è il sindaco del paese Fabrizio Scuri a tranquillizare la popolazione. «Ci sono stati arresti e tutto si è concluso per il verso giusto. Ora aspettiamo di capire di più da chi indaga». Nelle prossime ore sono attesi ulteriori dettagli da parte dei vertici della Procura bresciana.

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