Lite con coltellata fuori dal bar a Rovato, 4 anni e 10 mesi all'aggressore

Il pm aveva chiesto per lui una condanna a nove anni e mezzo, al netto dello sconto che gli veniva comunque assicurato dal rito abbreviato
Il bar di Rovato fuori dal quale c'è stata l'aggressione - © www.giornaledibrescia.it
Il bar di Rovato fuori dal quale c'è stata l'aggressione - © www.giornaledibrescia.it
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Il giudice ha ritenuto provata la provocazione e gli ha concesso le attenuanti generiche, in modo da azzerare la recidiva. Daniele Toti, il 61enne della Franciacorta in carcere da fine agosto dello scorso anno per aver infilzato un conoscente di origini kosovare con un coltello di una ventina di centimetri al termine di una furibonda lite in un bar di Rovato, se l’è cavata con una condanna a quattro anni e 10 mesi di carcere. Vista l’accusa di tentato omicidio che gli veniva contestata, può dirsi ragionevolmente soddisfatto. Il pm aveva chiesto per lui una condanna a nove anni e mezzo, al netto dello sconto che gli veniva comunque assicurato dal rito abbreviato.

Cosa era successo

I fatti sui quali ieri si è pronunciato il giudice dell’udienza preliminare Alessandro D’Altilia risalgono al 26 agosto dello scorso anno. Toti e la persona offesa, che già si conoscono e sono legati da rapporti di lavoro pregressi e forse irrisolti, iniziano a discutere appena si vedono, all’interno di un bar di corso Palestro, in centro a Rovato. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, sposata a processo dal gup, che ha riconosciuto all’imputato l’attenuante della provocazione, il 49enne reagisce in maniera particolarmente scomposta. Toti, in un primo momento, ne ha la peggio: esce dal locale con lo zigomo fratturato e con un dente in mano. E con l’idea di fargliela pagare.

Se ne va a casa, preleva un coltello da cucina, con una lama di una ventina di centimetri e torna armato al bar. Qui trova il suo rivale, ancora al bancone. La discussione riparte dal punto in cui si era interrotta. Toti la stronca con l’arma. Poi si siede in attesa dei carabinieri. Il 49enne viene ricoverato con uno squarcio nell’addome: il coltello gli ha sfiorato organi vitali, ma lo ha risparmiato. Il 61enne finisce direttamente in carcere. Ieri, a cinque mesi da allora, assistito dall’avvocato Luigi Stelio Becheri, si è trovato davanti al giudice per una condanna che, grazie anche alla custodia cautelare già sofferta e alla possibilità di ottenere un ulteriore sconto di un sesto qualora rinunciasse all’appello, potrebbe esaurire a breve i suoi effetti.

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