Le malghe del Monte Guglielmo avranno l'energia elettrica

Avere l'energia elettrica fino alla cima del Monte Guglielmo. Un sogno impossibile per le generazioni di montanari e malgari che ci hanno preceduto, che dopo aver trovato parziale realizzazione qualche anno fa con l'introduzione dei pannelli fotovoltaici, oggi sta trovando pieno compimento con l'inizio dei lavori di «elettrificazione» via cavo delle tre malghe «Palmarusso di sotto», «Palmarusso di sopra» e «Guglielmo di sopra».
L'impresa, finanziata dal Comune di Zone, dalla Regione Lombardia e dalla Comunità montana del Sebino con stanziamenti complessivi di circa 370.000 euro, ha preso il via mercoledì scorso 4 agosto con i primi scavi, visto che le condutture in cui scorrerà il flusso di corrente saranno completamente interrate.
Per le tre malghe, imprese rurali che ospitano animali e producono latte e formaggi, si tratta di un bel passo avanti nella modernità e nel confort, che oltre a migliorare il lavoro di tutti i giorni potrebbe dare in futuro un notevole impulso al progetto turistico delle «malghe in rete», per uno sviluppo del Guglielmo in chiave sempre più «ospitale».
L'intervento sarà diviso in due momenti, che comprendono la parte elettrica e quella edile. Le scavatrici prepareranno il canale per i cavi partendo dall'avanposto elettrificato più alto, che oggi corrisponde alla cascina Casentìa, a quota 1.400 metri sul livello del mare.
Da lì raggiungeranno le fontane di Palmarusso e la malga Palmarusso di sotto, prima di attaccare il pendio della Paròla che porta ai 1.800 metri delle malghe di Palmarusso di sopra e Guglielmo di sopra. A quel punto non è escluso che, su eventuale richiesta dei gestori, la rete elettrica possa essere estesa anche al rifugio Almici, la vedetta del Redentore.
La parte edile dell'operazione invece si concentrerà su una serie di sistemazioni dei manufatti messi alla prova dai rigidi inverni del massiccio prealpino.
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