Lago, torbiere e verde: «casa Claw» abbraccia il paesaggio

Wood Beton committente di un prototipo di villa in cui forme, materiali e ambiente si fondono
Casa Claw. Claw, in inglese, significa «chela» (dalla forma a «c») © www.giornaledibrescia.it
Casa Claw. Claw, in inglese, significa «chela» (dalla forma a «c») © www.giornaledibrescia.it
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C’è molto poco da raccontare di Casa Claw, la casa «pilota» che da Cremignane domina sul lago d’Iseo. Ci sono poche parole da spendere, e soprattutto non c’è alcun bisogno di descrizioni patinate, piene zeppe di termini per soli addetti ai lavori. Basta uno sguardo, basta metterci piede. Dentro, e fuori. E si fa fatica a capire se si è dentro, o se si è fuori.

Le pareti sono immense finestre, interi corridoi che attraversano lo spazio. I serramenti sono quasi invisibili, così come gli elementi che separano l’esterno dall’interno. Chi s’accomoda nella meravigliosa zona giorno così minimal, così neutra, si siede di fronte a una tela. Anzi, non si siede. S’incastona: il lago gli si spalanca di fronte, le Torbiere fanno capolino alle spalle. E chi si fa tentare dal parco, dall’area verde esterna a Casa Claw (tradotto letteralmente significa «casa chela», per via della forma a «c»), riesce a vedere attraverso la villa: lo sguardo s’infila fra le pareti di vetro, e riesce a cogliere - mescolati- l’interno e le Torbiere che fanno da sfondo.

Un «dispositivo che cattura l’orizzonte», per dirla con Camillo Botticini, l’architetto bresciano che insieme al collega Matteo Facchinelli firma il prototipo. Prototipo perché la villa di Cremignane è stata commissionata da Wood Beton, azienda iseana leader nelle costruzioni in legno, per dimostrare come le nuove formule prefabbricate - in questo caso si parla di pareti con cuore in calcestruzzo e esterno in legno - possano esaltare al massimo la libertà degli spazi.

«Spazi che si interfacciano con il paesaggio, che si integrano con il contesto - spiegano Botticini e Facchinelli-. Pur avendo usato pannelli pretagliati in officina, in questa casa prototipo non c’è nulla di calato dall’alto: materia, forma e cromie sposano alla perfezione il luogo specifico, rendendo il lavoro su misura, tailor made». Il «guscio» di Casa Claw, l’involucro che la racchiude (a proposito: parliamo di una superficie interna pari a circa 200 mq) è in un unico materiale: la trama di listelli in legno posati a secco sia sulla parete che sul tetto facilitano il rapporto cromatico e materico con il paesaggio. L’effetto è immediato. «L’architettura diventa site- specific - ribadiscono i due ideatori -. Forma, materiali, cromie: non c’è nulla che non sia strettamente legato al luogo, non c’è nulla che non abbracci ed esalti il paesaggio».

 

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