H2iseO Hydrogen Valley, Del Bono: «Tanti milioni spesi, nessun miglioramento»

Il consigliere regionale mette in luce alcune criticità legate alla sostituzione dei treni diesel della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo
TRENI A IDROGENO, QUALI BENEFICI?
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«Ha senso spendere più di 300 milioni di euro per avere un servizio identico a prima?». È questa l’interrogativo che si pone il consigliere regionale Emilio Del Bono in merito al progetto H2iseO, che andrà a sostituire i treni diesel della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo con una flotta di mezzi alimentati a idrogeno.

Il potenziamento della linea che percorre tutta la Valcamonica, partendo dal capoluogo e attraversando la sponda bresciana del lago d’Iseo interessa l’ex sindaco di Brescia da diverso tempo.

Già nel 2017 Emilio Del Bono e Pier Luigi Mottinelli (che all’epoca era presidente della Provincia di Brescia) riversarono i fondi del Patto per la Lombardia nel miglioramento della rete ferroviaria, con l’obiettivo di rendere più frequenti i convolgi e di portare la cadenza dei viaggi a 30 minuti per coprire la tratta da Edolo a Iseo e a 15 minuti per fare quella da Castegnato a Brescia.

Nel 2020 è entrato però in campo il progetto H2iseO, che ha rallentato il salto di qualità del servizio. «Non ci sono più le risorse per rinforzare la rete – spiega Del Bono - e quindi non è possibile raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati in questi anni, tra cui lo sdoppiamento dei binari, la realizzazione di sottopassaggi e il miglioramento di alcune stazioni. Regione Lombardia, che lamenta sempre scarsità di risorse, è però riuscita miracolosamente a reperire 303 milioni di euro che verranno utilizzati per il servizio del treno a idrogeno: un uso spropositato di risorse senza che ci sia un vero beneficio ambientale».

Secondo Del Bono sarebbe bastata una spesa decisamente inferiore per ridurre l’impatto ambientale del servizio: spendendo 53 milioni il progetto iniziale del miglioramento della rete sarebbe giunto al termine, garantendo una cadenza di viaggi più regolare e dunque un servizio alternativo all’uso dell’automobile per diversi viaggiatori.

«Se il servizio del treno a idrogeno non porta migliorie anche sulla rete e quindi i viaggi non aumentano – aggiunge Del Bono – le macchine che circolano sono sempre le stesse. Inoltre, il servizio di gestione della nuova rete costerà 12 milioni di euro all’anno, rispetto ai 3 che si spendono oggi. È un’operazione molto efficace dal punto di vista dell’immagine, ma non capiamo i benefici del progetto. Per questo vogliamo che accanto a questo investimento vengano portate avanti anche le nostre proposte sulla rete, così da non buttare tutto quello fatto da noi in precedenza».

Lo stoccaggio dell'idrogeno

Ad alimentare la polemica c’è poi la realizzazione degli impianti di stoccaggio dell’idrogeno, che dovrà assolutamente essere prodotto in maniera «verde» per ricevere 33.3 milioni di euro dal Pnrr: anche su questo l’ex sindaco di Brescia mantiene diversi dubbi.

A fare eco alle parole di Del Bono ci ha pensato poi Pier Luigi Mottinelli. «Il treno a idrogeno è stato visto dalla Vallecamonica come una meteora calata sul territorio. Tante informazioni sul progetto sono state rese reperibili solo negli ultimi mesi: l’enfatica denominazione di «hydrogen valley» ci è parsa esaltante, poi però abbiamo scoperto che non c’è un effettivo miglioramento del servizio e quindi risulta tutto inutile».

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