Francesca, l'atto di grande fede dei genitori

La madre: «Ci siamo convinti che doveva andare in questo modo. Era il suo destino»
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Palazzolo piange Francesca. A San Rocco il panettiere all'angolo è chiuso per lutto, lungo le strade vicino all'abitazione della famiglia Belotti, in via San Francesco d'Assisi, c'è un gran silenzio, così come bassi sono i volti della gente che s'incontra. Chiusi i cancelli del Kayak canoa club. Nella classe 2D della Media «Fermi» nessuno ha voglia di fare lezione, né di stare in aula. Non vi è differenza nella morte ma di certo, quando ad andare in cielo è una ragazzina di 13 anni, il dolore è più intenso, perché legato ad un'inspiegabile fatalità a cui solo la fede può dare conforto. La famiglia ha risposto così al dolore per la perdita della primogenita, aggrappandosi proprio alla fede, all'unica speranza.

«Ci siamo convinti che doveva andare in questo modo, che quello era il suo momento - ha raccontato la madre, Silvia Corna -; non fosse successo con il suo amato kayak, sarebbe accaduto altrove».

La madre continua a ripetere la frase «quello era il suo momento», un modo, forse, per scacciare la ferita, per darsi una ragione. Ma è un atto di grande fede quello della famiglia Belotti, quella del padre Gigi che indica con orgoglio le medaglie della figlia adagiate sul feretro trattenendo a stento le lacrime, quella della madre che racconta della semplicità della sua bambina, del suo essere «non superficiale e sempre molto dedita all'altro» e quella dei parenti stretti che nello sconforto ripetono che «non doveva andare così».

Perché Francesca era davvero amata da tutti per la semplicità, la genuinità delle azioni e la sua maturità. «Adorava i Moda, amava la vita e poco le importava del vestito o dei capelli, ancora meno dei social network - prosegue la madre -. Talvolta ero io stessa a dirle di sistemarsi un pochino ma lei era così, non si curava del giudizio altrui, convinta di quello che era, oltre il vestito».

Nel pomeriggio di martedì l'assessore regionale allo Sport, Antonio Rossi, già campione olimpico di kayak, ha fatto visita alla camera ardente, manifestando la propria vicinanza da atleta alla famiglia Belotti.

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