Dalla Regione arriva una doccia gelata per la «Concert Hall»

In una lettera indirizzata al Comune di Erbusco e a Moretti spa, si evidenzia il consumo di suolo e la mancata coerenza col Piano del territorio
Un particolare del progetto della Franciacorta Concert Hall - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un particolare del progetto della Franciacorta Concert Hall - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Da Regione Lombardia arriva una brusca frenata al Franciacorta Concert Hall di Erbusco.

Il progetto, presentato una prima volta nel 2019 e rivisto un anno dopo da Moretti spa, prevede una sala spettacoli da ben 5.900 posti e un auditorium secondario da 460 posti, da realizzare - assieme ad altri manufatti - dentro la collina di Villa Pedergnano.

La lettera di Regione Lombardia

In una lettera spedita al Comune di Erbusco e a Moretti spa giovedì, il vicesegretario generale del Pirellone, Pier Attilio Superti, «rinnova la richiesta di rivalutare il progetto alla luce delle criticità riscontrate al fine di riprendere il confronto con le strutture regionali in direzione della realizzazione di un intervento rispettoso della programmazione territoriale.…e condiviso dalle comunità interessate».

Secondo la Regione l’intervento non può infatti essere considerato «di interesse pubblico o generale», come richiesto dai proponenti. «Seguendo infatti questa logica, qualunque iniziativa imprenditoriale ben strutturata, in grado di produrre occupazione e creare flussi di visitatori dovrebbe essere considerata tale, mentre il valore pubblico si misura come incremento del complessivo benessere della comunità».

Per questo motivo, quindi, «non può essere eluso l’oggettivo consumo di suolo nell’intervento proposto e l’incoerenza sostanziale con l’attuale Ptra (Piano territoriale regionale d’area, ndr)» di Franciacorta, teso a tutelare il territorio attraverso la rigenerazione urbana e non con interventi «su suolo libero, determinando da ciò consumo di suolo».

Le alternative

La relazione regionale chiede, in alternativa, di valutare uno spostamento in aree degradate e dismesse in Franciacorta (non solo Erbusco, quindi) e - in caso di ricerca negativa - la valutazione di una struttura «di minore portata dimensionale», verificando pure nel frattempo «l’eventuale sovradimensionamento di una struttura... che si pone al livello dei principali teatri di livello nazionale e internazionale».

In attesa di eventuali repliche dei soggetti interessati, una prima reazione al niet del Pirellone arriva dal Comitato erbuschese «No Porte Franche 2»: «È un grande riconoscimento - spiega il portavoce Marco Dotti - del nostro lavoro. Di fatto, sono state riprese tutte le nostre obiezioni, Ora c’è solo una cosa da fare: archiviare per sempre questo progetto faraonico e salvaguardare l’area della collina di Villa Pedergnano».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia