Dal lago d'Iseo avvolto dalla nebbia emerge solo Montisola

Anche sul Sebino un paesaggio surreale: è l’effetto del fenomeno dell’inversione termica
Da Marone, in lontananza Montisola col suo santuario emerge dalla foschia che avvolge il lago -  © www.giornaledibrescia.it
Da Marone, in lontananza Montisola col suo santuario emerge dalla foschia che avvolge il lago - © www.giornaledibrescia.it
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La nebbia sul lago d’Iseo non è cosa frequente. Negli ultimi due decenni le serate e le notti di nebbia sono state molto rare. A memoria si potrebbe dire «una o al massimo due» per stagione fredda, quindi nei quattro mesi compresi tra novembre e febbraio. Nelle ultime settimane invece non è andata proprio così. Anche se la cadenza non è stata quella della vicina Franciacorta, dove l’influenza mitigatrice del lago non arriva a diradarla, e ancor meno quella della pianura, le serate, le notti e le albe con la nebbia si sono fatte molto più numerose, sorprendendo tutti.

Nell’ultimo mese è successo già 5-6 volte. Il fenomeno si è presentato sempre all’imbrunire e il velo non si è levato fino al mattino seguente, regalando comunque insolitamente al lago, in questo periodo grigio come la nebbia, un fascino indimenticabile.

Cosa sta succedendo? La prima cosa a cui viene spontaneo pensare è che si tratti dell’effetto del tanto citato «cambiamento climatico», ma è altrettanto vero - sempre ragionando da profani della materia - che di cambiamento climatico si sente sempre ragionare in termini di «riscaldamento globale», ma di riscaldamento o tepore quando ci si trova immersi nella nebbia non se ne prova proprio.

In realtà, il riscaldamento globale favorisce le alte temperature in quota - spiegano gli esperti - e il ristagno di aria fredda in pianura, secondo il fenomeno conosciuto come «inversione termica». Secondo gli esperti del meteo bresciano, quindi, quello che sembrerebbe un evento insolito, non avrebbe invece nulla di strano. «Forse le ultime stagioni invernali, particolarmente avare di nebbia, ci hanno fatto perdere l’abitudine al fenomeno - spiegano i meteorologi- ma resta il fatto che caratterizza da sempre il clima bresciano e ha spinto spesso nel passato la nebbia fino alle rive del Benaco». L’unica stranezza vera sarebbe allora «quella che si è verificata sulle nostre montagne, con temperature superiori ai 15-16 gradi a oltre 1.500 metri di quota».

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