Compra un terreno, trova una discarica: venditori condannati

Il risarcimento previsto è di 380mila euro. Ora il Comune teme i costi della bonifica
Trovati nel campo metalli, gomme, materiali edili e plastiche - © www.giornaledibrescia.it
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Comprano un terreno di circa 5mila metri a Cremignane, ma poi scoprono che è stato trasformato in una discarica e ricorrendo al tribunale riescono a restituirlo riavendo indietro i soldi pagati.

La storia è arrivata all’attenzione del pubblico iseano qualche giorno fa, nell’ultimo consiglio comunale, per un’interpellanza del consigliere di minoranza Maria Angela Premoli di Iseo Civica. Il terreno, oggetto della strana compravendita, si trova a poche decine di metri dalla provinciale Iseo-Rovato, tra Cremignane e il polo commerciale di Corte Franca. Secondo quanto rilevato dalla perizia del Tribunale di Brescia «la presenza di rifiuti solidi urbani, frammisti al terreno, era emersa durante i 15 carotaggi di esplorazione».

In 12 di essi «sotto uno strato superficiale di terreno variabile tra 50 e 150 centimetri, sono emersi residui di demolizioni, laterizi, frammenti di manto stradale, gomme e copertoni, sacchi, reti di nylon, materiali metallici, stracci e frammenti di cemento-amianto». Nella relazione il Tribunale precisa che «in un quarto dell’area (1.450 metri) sono stati rinvenuti rifiuti chiusi in sacchi» e per questo «è classificabile come una vera e propria discarica, non idonea all’uso agricolo o edilizio»

Il contenzioso tra le parti si è concluso con sentenza pubblicata il 15 dicembre 2017, inviata al Comune il 4 giugno 2018, in cui il giudice Marina Mangosi ha risolto l’atto di compravendita e condannato i venditori a risarcire l’acquirente con 380mila euro. Il possibile coinvolgimento del Comune iseano riguarda la bonifica a cui sarà soggetto il terreno. In teoria spetta ai proprietari, ma in pratica se questi non dovessero adempiere al compito spetterebbe all’ente pubblico «in via sostitutiva», salvo poi rivalersi ancora «sui proprietari». Il costo è stato stimato in 100mila euro.

«Avete i soldi per farlo?», ha chiesto la Premoli. «Il discorso è prematuro - ha risposto il vicesindaco Savoldi -. Aspetterei di sapere con certezza chi è il proprietario e vedere se fa il lavoro, poi, con qualche certezza, ci ragioneremo».

 

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