Ciak! In piazza a Rovato girate le ultime scene di «Dàmatrà»

Venerdì sera le riprese del film di Carlo Leo Ferrari hanno trasformato il centro in un vero set
La locandina: piazza Cavour con gli interpreti del cortometraggio - © www.giornaledibrescia.it
La locandina: piazza Cavour con gli interpreti del cortometraggio - © www.giornaledibrescia.it
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Piazza Cavour come Hollywood? Quasi. Venerdì sera la prima sensazione, entrando nel salotto buono di Rovato, era proprio quella di trovarsi nella celebre Mecca del cinema: un vero e proprio set, con attori, tecnici, telecamere, truccatori e maestranze, ha occupato piazza Cavour per le ultime riprese di «Dàmatrà», il primo corto cinematografico made in Rovato.

La produzione

Il soggetto - senza cadere nel rischio spoiler - è semplice e accattivante: una misteriosa celebrità è attesa a Rovato e la piazza si anima tra curiosità, pettegolezzi e tanta voglia di stare insieme. E l’attesa diventa la trama. Tra i protagonisti del lavoro spiccano, come attori per una sera, diversi rovatesi: Ivano Bianchini, storico bibliotecario della Cesare Cantù, il cuoco (già vicesindaco e consigliere regionale) Pierluigi Toscani e Gianpaolo Belotti, pittore e disegnatore. Pure le comparse - quasi un centinaio - sono, in gran parte, rovatesi, trovate grazie a un appello lanciato via social. Altrettanti, se non di più, i curiosi, che per tutta la serata si sono aggirati attorno alla troupe guidata dal regista Carlo Leo Ferrari. Assieme a lui Giorgio Locatelli, dell’associazione Teatro Macelleria Locatelli, Alessandro Milini (Albatros Film), Riccardo Rossini (Jpc Sound Factory) e Sergio Begni (Make Up Artist). 

Pierluigi Toscani: veste i panni del sindaco - © www.giornaledibrescia.it
Pierluigi Toscani: veste i panni del sindaco - © www.giornaledibrescia.it

La comunità

«Dàmatrà - spiega il regista Ferrari - è un’espressione tipica del dialetto lombardo che significa dammi retta, ascoltami. L’idea di fondo è quella di un cinema inteso come momento di aggregazione sociale, quasi un’ode alla piazza che tanto contraddistingue la cultura italiana e che ognuno vive a modo suo. Il corto nasce dal ricordo di quando tutto era deserto», durante la durissima prova della pandemia da Covid-19, che anche nella capitale della Franciacorta ha lasciato una lunga scia di lutti e di dolore. Proprio da qui parte l’idea del film, supportato in molti modi dalla comunità rovatese e non solo: «Dàmatrà - aggiunge Ferrari - sta vivendo grazie all’intraprendenza e apertura di chi sta partecipando al progetto, a loro va il mio più profondo ringraziamento».

Partner

Tra i principali partner del corto ci sono la Bcc di Brescia e l’Amministrazione comunale, intenzionata a sostenere «un progetto culturale - spiega l’assessora alla cultura, Valentina Bergo - che permetterà di far conoscere le bellezze della nostra cittadina anche attraverso l’arte cinematografica». In campo pure una dozzina di realtà produttive e commerciali, con l’aggiunta dell’associazione «In viaggio con Fede», nata pochi mesi fa per ricordare il sedicenne Federico Doga, scomparso in un incidente stradale. Chiuse le riprese, ora parte il lavoro di montaggio e post-produzione. «Per settembre - chiosa il regista Ferrari - dovremmo esserci. Ovviamente lo proietteremo a Rovato, nell’area del Foro Boario: è la fine naturale di questo percorso».

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