Cala la produzione d’olio, il Sebino punta sulle olive da tavola

È in stagioni come questa, in cui il raccolto di olive e la produzione di olio extravergine dop sono inferiori del 90% a quelli dell’anno precedente, che le aziende agricole sentono l’esigenza di creare alternative al business tradizionale.
Sul Sebino stanno per fare il loro debutto le olive da tavola, quelle più polpose, denocciolate e deamarizzate, ideali per l’aperitivo. È la prima volta che le olive del Sebino arrivano in tavola non spremute ma intere. A portarcele è l’agricola Leonardo di Sale Marasino, gestita dalle sorelle Nadia e Elisa Turelli. Come raccontato da Nadia, che è anche vicepresidente di Coldiretti Brescia «le varietà usate sono Bianchera e Grignan. Ne abbiamo preparate 100 chili trattate nella classica salamoia per tastare il polso al mercato».
Per la diffusione si conta di raggiungere ristoranti, bar, mense e mercati a chilometro zero. L’oliva da tavola è un prodotto con buone potenzialità di crescita, perché valorizza il territorio e il prodotto oleario. Sul lago di Garda il lavoro è più avanti e le imprese coinvolte molte di più. A Cunettone di Salò per esempio l’agricola Poggioriotto, che le produce dal 2010 quando il titolare Simon Albanese - un ragioniere con la passione per l’olio trasmessagli da nonno Vito e papà Franco - ha ottenuto la certificazione Dop per il suo prodotto.
«Per la tavola uso le olive nere - spiega -. Ne faccio 1.000 vasetti alla volta da 190 grammi l’uno, con circa due quintali. Con le stesse olive produco anche il paté, senza aromatizzanti e conservanti, solo con polpa e extravergine bio». La produzione per ogni raccolto arriva a 230 quintali con il 15% di resa.
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