Cala la presenza di pesci siluro nel lago d’Iseo: le reti da pesca tornano a riempirsi

Il lago d’Iseo a corto di pesce e poco «amico» dei pescatori è soltanto un lontano ricordo. Quest’estate il Sebino sta infatti riservando molte soddisfazioni ai pescatori professionisti e ai tanti dilettanti che si appostano sulle rive con canne e lenze. A giugno le sardine e poi i persici, le scardole, i cavedani e le carpe hanno riempito le reti e i cesti in quantità a volte eccezionali, fino al tetto massimo (in una sola barca) di 30 chili in una mattina per i persici e 50 chili in poche ore per i coregoni.
Exploit
Il risultato è probabilmente la conferma della bontà dell’operato di Regione Lombardia, della Riserva delle Torbiere, dell’Unione pescatori bresciani e degli stessi pescatori di professione, che da qualche anno ripopolano il lago con le semine che fanno capo all’incubatoio ittico di Clusane.
Un’attività affiancata dal prelievo selettivo dei voraci pesci siluro: basti dire che, da febbraio a oggi, sono state pescate dal Sebino centinaia di capi, per un peso complessivo di oltre 4 tonnellate. Un lavoro strategico quello sul pesce originario dei fiumi dell’est Europa, che il presidente della Riserva delle Torbiere Gianbattista Bosio ha definito «fondamentale per la difesa della biodiversità».
Speranze
A fare ben sperare per il futuro della pesca nel lago d’Iseo o è anche la notevole presenza di novellame. «La stagione è stata ottima per la quantità di pescato ma anche per la ricchezza in acqua di pesce appena nato - racconta il pescatore e consigliere con delega alla pesca del Comune di Iseo, Raffaele Barbieri - frutto della campagne di ripopolamento primaverili di luccio, trota, cavedano, persico reale, scardola e tinca. Per il siluro in collaborazione con l’assessore regionale ad Agricoltura e sovranità alimentare Alessandro Beduschi, stiamo pensando a un nuovo Piano di prelievi triennale, mentre per il coregone abbiamo l’obiettivo di ottenere una deroga da Ispra dal prossimo inverno al divieto di ripopolamento in vigore da due anni».
Qualche specie comunque nelle reti è mancata. «Abbiamo visto meno gamberi e nessuna anguilla - spiega Marzio Danesi, pescatore professionista di Pilzone -. Anche l’alborella continua a mancare, credo per la forte presenza di anatre, aironi, cigni e garzette, che si cibano delle sue uova quando le deposita sulla ghiaia delle rive».
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