Cade in bici e muore, il papà: «Quella buca è stata una trappola»

Non ce l’ha fatta Ivan Colosio, il gussaghese di 27 anni, che era stato ricoverato all’ospedale di Bergamo per le gravi lesioni subite a causa di una caduta dalla bicicletta, in via Cadenone, a Passirano. Da una prima ricostruzione sembra che l’incidente sia stato causato da una buca coperta da assi tra la strada asfaltata e il terreno di una vigna. Tutto è successo in pochi secondi, dopo le 18 della domenica di Pasqua. Ivan, in sella a una gravel - una bicicletta per strade sterrate - era in compagnia della sorella Sara, 29 anni, e del fidanzato dei lei, Ugo, anch’egli 29enne.
La tragedia
I ragazzi avevano lasciato nel pomeriggio la casa dei genitori, Maurizio e Giusy, a Casaglio di Gussago, per un breve percorso di allenamento, in vista di una lunga biciclettata che avrebbero voluto affrontare insieme nei giorni successivi. Ivan precedeva la sorella e Ugo quando, all'improvviso, la bici è caduta nella buca. Il giovane è stato sbalzato avanti ed è caduto sul terreno.
«Io e Sara ci siamo precipitati verso di lui - racconta Ugo -. Aveva perso conoscenza. Non si sentiva più il battito del cuore. Ho iniziato a fargli il messaggio cardiaco. Il cuore ha ripreso a battere. Abbiamo aspettato l’arrivo dell’elisoccorso, senza smettere un istante le manovre di rianimazione. L’elicottero è giunto un quarto d’ora dopo. In quei momenti terribili abbiamo ricevuto l’aiuto generoso di alcune persone. Tra queste una signora che lavora in sala operatoria. Sono stati loro ad aiutarci e, poi, ad accompagnarci a casa, a Gussago, dove abbiamo dovuto dare la drammatica notizia ai genitori».
Intanto Ivan era in Rianimazione a Bergamo. I medici hanno riscontrato la frattura di una vertebra cervicale e la strozzatura di un vaso sanguigno, all’altezza del collo.
«A causa di quella trappola, ho perso mio figlio. Non era segnalata quella buca maledetta» dice Maurizio Colosio, il papà, con le lacrime agli occhi. Giusy, la mamma, è attonita, consumata dal dolore. Ci accompagnano nella stanza di Ivan - che aveva recentemente restaurato egli stesso, dopo che la famiglia si era trasferita da Collebeato a Gussago un paio di anni fa - in cui restano le testimonianze delle sue passioni: la bici, i computer, le stampanti 3d. Il giovane lavorava alla Cembre di Brescia. Avrebbe voluto presto diventare tecnico manutentore.
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