Caccia aperta al rinoceronte fossile di Navezze

Fu trovato nel 1908 e ora è dato per disperso, ma la frazione ne adotta la figura come totem
L’area. Il punto in cui fu trovato il fossile del rinoceronte
L’area. Il punto in cui fu trovato il fossile del rinoceronte
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Che dite di una nuova scritta: «Navezze, paese dei rinoceronti»? L'indicazione potrebbe apparire sotto i cartelli turistici e nei menù dei numerosi ristoranti della zona. Non che qui si cuocia la carne coriacea dell’animale corazzato. Navezze si sta ponendo alla ricerca del bestione Nasodicorno che fu trovato nel 1908 durante lo scavo per la sistemazione del sagrato della Chiesa di San Vincenzo.

Si vorrebbe scrivere all'Università di Padova, sperando che il paleontologo che si occupò del caso - e che insegnava in quell'Ateneo - abbia portato il grosso fossile con sé. E si sta già creando il tam tam. E se il rinoceronte fosse invece rimasto in loco, da qualche parte? Fatelo sapere! «Vogliamo coinvolgere anche il Museo di Storia naturale di Brescia - dice un gruppo di giovani - autoconvocati». «Noi lo valorizzeremo». Mettere un rinoceronte nello stemma della contrada e magari riportarselo a casa e appenderlo, in chiesa, come offerta, nello stesso modo in cui un coccodrillo sta nella chiesa mantovana delle Grazie, non sarebbe male.

I lavori, nel 1908, erano semplici. Si scorticò il terreno per poter posare le pietre delle nuova pavimentazione del sagrato, quando gli operai bloccarono, annichiliti, i lavori. Di che bestia spaventosa erano quelle ossa? E la gente accorse dal paese a vedere «i os del diaol», le ossa del diavolo. Il parroco invitava alla calma, per quanto quel mostro facesse una certa impressione. Fu chiamato il Professor Pagani che disse che quel diaol altro non era che parte di un rinoceronte fossilizzato e che tutte le altre parti di un corpo impossibile, non appartenevano a una creatura infernale unica, ma erano un insieme di resti di più animali. L’anno successivo si pose mano a uno scavo sistematico. Furono ritrovati tutti i resti del rinoceronte insieme alle ossa di due cervi di specie diverse.

Il professore ipotizzò che si trattassero di carcasse di vertebrati trasportate dalle piene del torrente La Canale e depositate in quel punto, nel quale la montagna creava un angolo di accumulo. L’età di questi mammiferi era abbastanza recente, meno di un milione di anni, ma la scoperta rese evidente che le faune del tempo erano ricche di mammiferi, almeno per ora, a dir poco stravaganti. In paese si riferisce che i nonni dei nonni raccontavano che il rinoceronte fu trovato in posizione obliqua rispetto allo scavo, quasi in piedi. Ma come, in piedi? «Impennato, come una motocicletta», dicono i giovani. Ora la ricerca e il tentativo di recupero delle sue preziose ossa.

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