Bosco della musica, un sogno mai nato

Inaugurata nel 2013, la riserva che sorge al Dossello è solamente una distesa abbandonata
Incuria. Uno scorcio della riserva individuata al «Dossello»
Incuria. Uno scorcio della riserva individuata al «Dossello»
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Storia di un progetto nato per far sognare i liutai e morto ancora prima di far risuonare una nota. Il «bosco della musica» di Pisogne è letteralmente soffocato tra sterpaglie, sacchi dell’immondizia, scarti di materiale edile e - dulcis in fundo, si fa per dire - il moncone di una marmitta di automobile.

Al Dossello, lungo la strada che porta in Val Palot, nel 2013 veniva inaugurata la riserva che avrebbe dovuto - queste almeno le intenzioni originarie - ospitare aceri pregiati per costruire violini e altri strumenti musicali: ma, cinque anni dopo, l’unica sagoma di violino rimasta in piedi è la scultura del gufo col violino scolpita per l’occasione dal «visionario» Egidio Petri.

Il progetto. «L’idea di creare un bosco della musica era venuta alla precedente Amministrazione comunale ma, da quello che mi risulta, un progetto concreto non c’è mai stato - si difende il sindaco di Pisogne, Diego Invernici -. Non so bene quali fossero le loro intenzioni ma so per certo che per questo progetto non è stato stanziato nemmeno un euro. E, da parte nostra, c’è volontà di investire risorse per il territorio montano - aggiunge il primo cittadino -, ma su altre priorità».

Tutto cominciò nel 2011 quando il parassita bostrico fece il nido al «Dossello» e divorò decine di vecchi pini neri: per evitare il propagarsi dell’epidemia, l’Amministrazione pisognese corse ai ripari e ordinò l’abbattimento delle piante malate presentando un progetto ambizioso e romantico. Far fiorire sulle ceneri del «Dossello», una riserva di aceri che potessero rifornire il mercato del pregiato legno ideale per la costruzione di viole e violini.

Vennero disboscati cinquemila ettari di terreno, il Comune incassò qualche spicciolo dalla vendita del legname e venne organizzata una cerimonia con scolaresche e associazioni che applaudirono al taglio del nastro del bosco magico.

L’epilogo. Da allora, l’insegna del bosco della musica sta ancora aspettando la compagnia degli aceri, il Dossello è rimasto un promontorio spelacchiato e, dalla strada, sono purtroppo piovuti rifiuti di ogni genere. Ci siamo avventurati lungo quel che resta della scala scavata nel terreno: scorgiamo un sacco dell’immondizia sventrato, inciampiamo in una marmitta e - infine - ci arrendiamo davanti ad una parete di spine e sterpaglie. Più su, oltre il guard rail, il gufo di legno appollaiato sul maxi violino ci spia. A pensarci bene, per questo progetto mai decollato si sarebbe forse potuto scegliere un portafortuna diverso.

Portafortuna. L’unica scultura in legno ospitata nel Bosco
Portafortuna. L’unica scultura in legno ospitata nel Bosco

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