Asilo La Vittoria, il Consiglio di Stato dà ragione al Comune

Ribaltata l’ordinanza del Tar. Il sindaco: «Confronto con legali e Prefettura sul da farsi»
L’asilo di Adro oggetto di corsi e ricorsi - © www.giornaledibrescia.it
L’asilo di Adro oggetto di corsi e ricorsi - © www.giornaledibrescia.it
AA

Due ordinanze... al posto di una. È un combinato disposto dalla lettura non immediata quello che riguarda il futuro della Fondazione «La Vittoria» di Adro e della sua scuola per l’infanzia, con 70 alunni (oltre al personale scolastico) ospitata nello stabile di via Castello, 12. Un immobile che, secondo il Comune, presenta profili di rischio sismico tali da non consentire più la prosecuzione delle attività.

Una tesi sposata dall’ordinanza del Consiglio di Stato pubblicata ieri e che accoglie l’istanza cautelare presentata dagli avvocati Raffaella Bordogna e Gabriele Pafundi per conto del Comune. I giudici sospendono il precedente pronunciamento del Tar di Brescia che - «in ragione degli esiti della consulenza tecnica d’ufficio disposta in giudizio» - aveva giudicato il rischio sismico non imminente, consentendo così la prosecuzione dell’attività dell’asilo. Il Consiglio di Stato ha invece «ritenuto che le ragioni esposte dall’Amministrazione appellante appaiono supportate da un adeguato profilo di “periculum in mora”, stante la prevalente necessità di garantire l’incolumità delle persone frequentanti il plesso scolastico».

Poche ore prima lo stesso Tar aveva nel frattempo deciso di rinviare al 12 ottobre la propria decisione in merito a un altro ricorso, presentato stavolta dalla Fondazione (sostenuta dalla Fism Brescia) attraverso l’avvocato Domenico Bezzi, per annullare l’ordinanza comunale di un mese fa che intimava proprio l’immediato rilascio dei locali, in attesa della decisione del Consiglio di Stato, arrivata poche ore dopo. Cosa accadrà quindi all’asilo da lunedì? Per il sindaco di Adro, Paolo Rosa, «secondo noi resta in vigore l’ordinanza dell’agosto 2020», con cui, una prima volta, il Comune ordinava il rilascio, poi stoppato dal Tar nell’ordinanza ora sospesa. «Ci stiamo comunque confrontando con i legali e con la Prefettura per capire come muoverci: nelle prossime ore ne sapremo di più. Sottolineo solo che, evidentemente, non ero diventato matto quando ho deciso di prendere alcune decisioni, seppur sofferte».

Dal canto suo invece la Fondazione ha deciso di impugnare la decisione del Consiglio di Stato, scrivendo però nel contempo una lettera all’Amministrazione: «Preso atto - scrive la presidentessa Alessandra Capelli - dell’ordinanza del Consiglio di Stato, per la quale c’è in corso l’impugnazione per revocazione, comunico la disponibilità al trasferimento, al momento della messa a disposizione di idonei locali; messa a disposizione che auspico ad horas. Con ogni riserva, anche di tipo risarcitorio, resto in attesa di una comunicazione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia