Area verde attorno al castello in vendita a Paratico: è polemica

Il Comune ha ceduto a privati il terreno: «Si può vendere». Insorgono le opposizioni
L'area verde in vendita è attorno a antico castello Lantieri
L'area verde in vendita è attorno a antico castello Lantieri
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Un’area verde comunale attorno ai resti dell’antico castello Lantieri è oggetto di discussioni e diversità di visione tra maggioranza e minoranza del consiglio comunale di Paratico.

Per l’Amministrazione comunale «il terreno si può vendere», e infatti il consiglio comunale lo scorso settembre ne ha già ufficializzato l’alienazione, mentre per il gruppo di minoranza andrebbe «mantenuta di proprietà pubblica per diventare il tassello iniziale nella realizzazione futura di un parco naturale diffuso attorno alla costruzione duecentesca».

L’appezzamento al centro del dibattito si trova sotto il pendio che ospita il castello quasi millenario proprietà della famiglia Belussi. È esteso su circa 2.000 metri e oggi è curato da un cittadino della zona. L’amministrazione guidata dal sindaco Gianbattista Ministrini ha deciso di metterlo sul mercato a 10 euro al metro quadro, per un ammontare non lontano dai 20.000 euro. L’area è vincolata e da Piano di governo del territorio ha una destinazione urbanistica agricola. Le perplessità della minoranza, che fa capo alla civica Sosteniamo Paratico, hanno innescato un acceso botta e risposta anche in consiglio, con il capogruppo di minoranza Tiberio Boni ha sostenere di «non vedere quale sia l’interesse pubblico nell’operazione», e che «la vendita del patrimonio pubblico deve sempre rispondere a vantaggi per la collettività».

«Per noi – ha spiegato – sacrificare la possibilità di avere in futuro un parco pubblico attorno al castello per soli 20.000 euro è una scelta sbagliata. E non possiamo raccontare ai nostri concittadini che lo stiamo facendo per sanare il debito del Comune perché oggi siamo a una media di quasi 1.000 euro per abitante e il ricavato di questa alienazione è una goccia nel mare». Il sindaco Gianbattista Ministrini ha difeso la scelta dicendosi convinto che «il valore dato all’area sia equo», ha anche garantito che «l’area non verrà mai chiusa e preclusa al transito del pubblico perché gravata da un diritto di servitù di passaggio che sarà salvaguardato». 

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