Ampliamento «Le Porte Franche»: sì alla consultazione popolare

Sull’ampliamento, o meno, del centro commerciale «Le Porte Franche» saranno i cittadini a esprimersi il 29 maggio
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Sì alla consultazione popolare: sull’ampliamento, o meno, del centro commerciale «Le Porte Franche» a Erbusco saranno i cittadini a esprimersi. Il Consiglio comunale del borgo franciacortino ha dato via libera al voto, che si terrà domenica 29 maggio. A inizio maggio - probabilmente, lunedì 2 - l’assemblea pubblica, in cui il centro commerciale (che fa riferimento al gruppo Moretti) illustrerà il progetto di massima.

La maggioranza di «Erbusco Futura» ha detto sì alla consultazione, confermando con il voto le parole pronunciate nei giorni scorsi dal sindaco, Ilario Cavalleri, secondo cui l’obiettivo del voto è di «chiedere un parere alla cittadinanza - trattandosi di indicazioni di valore politico, di cui comunque terremo ovviamente conto - avrà un quorum più basso, pari al 30 per cento». 

A favore della consultazione anche il principale gruppo d’opposizione, «Noi con voi - Semplicemente Erbusco». 
Per il portavoce Franco Mingotti «gli strumenti di partecipazione sono sempre bene accetti. Speriamo però che non si fermi solo a questa opera il coinvolgimento della cittadinanza. Valuteremo il progetto nel concreto. Sull’area però è mancato il coraggio politico: avremmo preferito che l’area fosse trasformata in boschiva, a beneficio di tutta la popolazione».

Il fronte del no. Astenuta l’ex sindaco Isabella Nodari di «Erbusco sì»: «Il rischio è che il quesito e le informazioni date siano non esaustive anche perché, al momento c’è solo una generica istanza non corredata di studi, cifre ed eventuali ricadute positive e negative. Siamo contrari all’ampliamento, ma vogliamo comunque un voto qualificato e consapevole».

Ad animare il fronte del no il Comitato di tutela ambientale di Villa Pedergnano. Marco Dotti annuncia «la costituzione di un gruppo trasversale per avere garanzie sul voto. Vorremmo entrare nella commissione elettorale. Non serve certo altro cemento in paese e inoltre temiamo la possibile riapertura della cava Noce di Zocco, magari con la scusa di depositare lì le escavazioni del cantiere. Quel materiale non sarebbe sufficiente a riempire la cava: e poi, cosa accadrebbe?».

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