Alle Torbiere del Sebino sono arrivati due esemplari di tarabuso

Sono stati liberati nella Riserva dopo essere stati curati al Centro di recupero animali selvatici del Parco dell’Adamello
Un esemplare di tarabuso
Un esemplare di tarabuso
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Per gli amanti del birdwatching che frequentano le Torbiere del Sebino c’è la possibilità di ammirare una nuova specie di uccello: il tarabuso. Due esemplari, infatti, sono stati liberati nella Riserva dopo essere stati curati al Cras, il Centro di recupero animali selvatici del Parco dell’Adamello, dove erano stati portati, uno dall’alta Valle Camonica e l’altro da Brescia.

Entrambi gli individui erano totalmente denutriti ed estremamente magri, a fatica si reggevano sulle zampe. È molto probabile che la siccità di questi mesi abbia reso difficile per questi animali reperire cibo sufficiente per poter intraprendere la migrazione. Infatti, il tarabuso è una specie molto esigente in termini di habitat, poiché predilige la presenza di estesi canneti e aree paludose ove reperire cibo e trascorrere le giornate nel fitto della vegetazione. Il ridotto numero di zone umide presenti in Italia e la scarsità delle piogge, se unita alle elevate esigenze ecologiche della specie, hanno determinato condizioni critiche per questa specie.

Gli animali, dopo le cure, sono stati liberati dall’ornitologo Paolo Trotti nella Riserva delle Torbiere del Sebino, tra le aree più idonee per la specie, dove è assai probabile che sosteranno per qualche giorno prima di riprendere la loro migrazione. L’arrivo di due individui di tarabuso da due zone differenti della provincia nell’arco di ventiquattr’ore, è ritenuto un segnale di quanto i cambiamenti climatici in atto possono impattare su specie così sensibili. Si ricorda che il tarabuso è inserito nella Direttiva uccelli ed è considerato in pericolo nella lista rossa nazionale. Attualmente la Riserva Torbiere del Sebino ospita trentuno specie di uccelli, su un totale di centottantaquattro specie osservate, di interesse comunitario e quindi tutelate; per questo è stata dichiarata «Zona di protezione speciale» dall’Unione Europea.

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