Alle «Lame» le basi di antichi tralicci aspirano a diventare il nido del falco

La sagoma del volatile è stata collocata con la speranza che un giorno la specie trovi casa alle Torbiere
Due delle strutture che suscitanto la curiosità dei visitatori - © www.giornaledibrescia.it
Due delle strutture che suscitanto la curiosità dei visitatori - © www.giornaledibrescia.it
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Sono basi di antichi tralicci della linea elettrica che, all’inizio del secolo scorso, partiva dalle centrali della Valcamonica per arrivare nella Bassa bresciana e un suo ramo passava per le Torbiere, arrivando fino a Coccaglio. Nell’area sud-orientale delle «Lame», la parte più interna della Riserva di Provaglio d’Iseo, sono facilmente osservabili tre strutture in cemento, cosiddette «piloni».

Strutture delle quali la maggior parte dei visitatori non conosce la derivazione originaria né l’utilizzo attuale. Sì perché, avendo trovato nei propri spazi questi curiosi manufatti (altri più piccoli sono presenti a Nord della trattoria Funtanì), l’ente gestore non ha esitato a dare loro una destinazione.

Nuovi usi

Oggi, infatti, un pilone è diventato la sede di una stazione meteorologica gestita dall’Università di Brescia. E su altri due sono state da poco collocate le sagome di falco pescatore, con la speranza che questa specie venga incoraggiata a nidificare nella Riserva delle Torbiere, vista la sua rarità e importanza nell’ecosistema lacustre. 

In origine, invece, questi manufatti avevano uno scopo legato all’energia elettrica. I basamenti, infatti, furono costruiti dalla Seb (Società Elettrica Bresciana), tra il 1905 e il 1908, quando la parte orientale delle «Lame» era ancora un prato umido; per rendere possibile la loro costruzione, furono utilizzati pali in legno che penetravano fino allo strato di argilla sottostante la torba e forme in legno per permettere la colata del calcestruzzo. La linea elettrica fu smantellata nel 1954-1955, quando ormai era diventata obsoleta. In quegli anni vennero asportate le parti in metallo, ma le parti in cemento, come i «piloni» della Riserva delle Torbiere, rimasero sul posto, dove sono tutt’ora, con altre funzioni, oggi più consone all’habitat di cui fanno parte.

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