Alla Collezione civica il fascino della porcellana

La nuova mostra curata dal professor Mazza con 200 pezzi esposti resterà poi visitabile fino all’11 marzo
Dalla Germania. Lo scrivano - Foto © www.giornaledibrescia.it
Dalla Germania. Lo scrivano - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Una carrellata attraverso due secoli ammirando vasi, piatti ed altri oggetti finemente decorati. È quello che offre la nuova mostra allestita alla Collezione civica di Iseo, in vicolo della Manica 26, dal professor Tonino Mazza, che con il suo infaticabile entusiasmo trascina il gruppo di preziosi collaboratori formato da Rossella Seramondi, Mariarosa Pessina, Lucrezia Cerqui, Rossana Pessione, Orsolina Ciocchi e Leone Sorosina.

L’esposizione è intitolata «Porcellane dell’800 e del ’900» e resterà poi visitabile fino all’11 marzo. La carrellata fra i due secoli è anche un viaggio in giro per l’Europa, alla scoperta delle diverse scuole ed eccellenze che in varie parti del Continente hanno prodotto pezzi di gran pregio.

Qui ce ne sono duecento, a partire dagli albarelli di farmacia del 1870 provenienti da Faenza e raffiguranti la Madonna col bambino ed un diavoletto. Sono nella vetrinetta all’ingresso della Collezione, a pochi centimetri da una cioccolateria di fine Ottocento realizzata dalla manifattura di Meissen, in Germania. Sempre dalla terra tedesca proviene un servizio di tazzine da caffè del 1880 che riporta dipinte scene galanti.

Lì accanto un servizio da tè londinese del 1950. Si tratta per lo più di oggetti di utilità quotidiana, ma che si distinguono per una delicatezza decorativa fuori dal comune. Stesso discorso vale per un servizio Richard Ginori realizzato nella pindoria di Firenze nel 1910 o per quelli provenienti da Bassano, da Sevres o da Limoges.

C’è spazio anche per oggetti diversi, come le varie sculture in porcellana bianca della scuola napoletana di Capodimonte che ritraggono angeli, putti, bambini; da segnalare l’Aquarius di Giuseppe Armani o la dama con due levrieri dello stesso autore. Attira l’attenzione, poi, la statuetta dello scrivano di lettere d’amore per analfabeti, che le sapienti mani degli artigiani di Dresda nel 1895 hanno plasmato di fronte ad un’elegante signora. Da vedere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia