Al «Banco del riuso» si scambia anche la felicità

Al via il primo progetto di condivisione su larga scala Coinvolti sette Comuni dell’Ovest
Una valuta speciale. Saranno utilizzati i Fil (acronimo di Felicità interna lorda)
Una valuta speciale. Saranno utilizzati i Fil (acronimo di Felicità interna lorda)
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In Franciacorta arriva il «Banco del riuso». Fondazione Cogeme, Fondazione Cariplo e sette Comuni dell’Ovest danno il via al primo progetto di condivisione e scambio su larga scala.

Come funziona. In via XXV Aprile 146, a Rovato associazioni e cittadini di Berlingo, Castegnato, Cazzago San Martino, Erbusco, Paderno Franciacorta, Passirano e Rovato potranno scambiare tra di loro i punti Fil, acronimo che sta per Felicità interna lorda. Qualche esempio? Un paio di scarpe in buono stato potrà valere 50 Fil, da utilizzare per prendere un altro oggetto, o donarlo ai Servizi sociali del proprio Comune. Sarà possibile anche convertirlo in servizi, magari a ottenere un passaggio in automobile fino a Brescia. Sarà infatti possibile scambiare non solo oggetti e beni, ma anche tempo, attrezzature, competenze, spazi, servizi e tanto altro. Ogni scambio verrà monitorato da una piattaforma, su cui saranno registrati i movimenti di Fil: www.versounaeconomiacircolare.it.

Una vita più lunga. Le attività del riuso saranno coordinate da un facilitatore, in veste di responsabile del banco. Il progetto è coordinato da Linea Gestioni. I primi passi toccheranno alle associazioni e ai servizi sociali delle Amministrazioni, coinvolti nella raccolta, nel recupero e nello scambio di beni. Obiettivo: sottrarli alle isole ecologiche e prolungarne il ciclo di vita. Il meccanismo esclude sia l’uso di denaro sia la gratuità. Per associazioni e Servizi sociali sarà necessario ritirare un’apposita card, mentre ai cittadini basterà utilizzare la propria Carta nazionale dei servizi. Per saperne di più, oggi a Rovato a partire dalle 10.30 nella sede di via XXV Aprile 146 saranno presenti i partner del progetto: Fondazione Cogeme Onlus, Kyoto Club, Fondazione Nymphe, Provincia, Università di Brescia, Università Cattolica, oltre ai sindaci e i servizi sociali dei Comuni coinvolti e alle tante associazioni del territorio.

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