«Tu non vali nulla», il film degli studenti del Canossa sullo spaccio

Ragazzi delle superiori che sfruttano al meglio una possibilità offerta dalla scuola e si cimentano con il racconto per immagini, mettendo in scena una storia di formazione non lineare (una sorta di apologo che non fa la morale). Un progetto che diventa cinema, il cui risultato tangibile è «Tu non vali nulla», mediometraggio che un manipolo di giovani appassionati (ciascuno impegnato in diverse mansioni) ha presentato ai propri compagni e professori, ma che potrebbe guadagnarsi una platea più estesa.
Come nasce il film
L’idea del film nasce al Liceo delle Scienze Umane del Canossa Campus (istituto di via San Martino della Battaglia, a Brescia), all’interno del progetto Big Picture Learning, che offre agli studenti corsi di materie opzionali per due ore settimanali. Percorsi educativi di tipo artistico, comunicativo o sociale, espressione di una metodologia che pone al centro la persona e valorizza le differenze; perlopiù già sperimentati e codificati, ma anche creati in risposta a suggestioni che provengono dagli stessi studenti, invogliati a cercare l’inedito e poi messi nelle condizioni per esplorarlo.
Questa la genesi di «Tu non vali nulla», il cui copione è stato scritto a otto mani da Matteo Bertolotti (che ha diretto il film), Ruggero Prignachi (che ha curato montaggio e produzione), Luca Casari (che ha gestito l’audio) e Filippo Ferretti (consulente lessicale). Ciascuno di essi ha pure interpretato un ruolo, accanto al protagonista Elio Schinetti, ad Anna Zanardi (anche artefice del make-up) e a Pietro Simoni.
Una squadra in cui cinque studenti oggi al quarto anno del Canossa hanno potuto contare su amichevoli apporti esterni (Schinetti è all’ultimo anno dell’Arnaldo, Zanardi frequenta la quinta al Newton).
Reazioni diverse
La storia mette a fuoco la giornata di Vince e Busta, due ragazzi che spacciano per vivere. Sono amici, e si intuisce che sono entrati nell’illegalità senza troppi retropensieri, in conseguenza di una situazione di disagio economico e famigliare comune a entrambi, anche se con sfumature differenti. Ma nel giorno che segnerà una svolta radicale nelle loro esistenze, si ritroveranno a fare i conti con ciò che sono (diventati), sviluppando un malessere al quale reagiranno in maniera diversa: Vince immaginando un orizzonte meno stagnante, Busta – solo apparentemente più spavaldo – ritrovandosi a pensare di non avere vie d’uscita.

Girato in città, ben oltre le ore del Big Picture Learning, tra parchi di periferia da un lato, viuzze e cortili del centro storico dall’altro, «Tu non vali nulla» rivela capacità di interpretazione del reale, nessun timore di fronte a una tematica attualissima (e scomoda) come il consumo e lo spaccio di stupefacenti, uno sguardo che non giudica. Ma anche l’invidiabile voglia di comunicare divertendosi, con la cura per certi dettagli che pareggia le ingenuità, senza la paura di sbagliare (l’uso della steadycam è rivedibile, ma regala comunque profondità), nella maturata consapevolezza che attraverso gli errori si cresce.
E magari si mette in cantiere un nuovo film, com’è nelle intenzioni di Matteo, Ruggero, Luca e Filippo, che ci hanno evidentemente preso gusto.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
