Scuola

L’alternanza delle due anime (tecnico e liceo) dell’Olivieri

All’istituto di via Oberdan il racconto dell’esperienza di ragazzi: dal Cai all’Iveco passando per il giornale
In redazione. I ragazzi dell’Olivieri hanno lavorato all’interno del Giornale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
In redazione. I ragazzi dell’Olivieri hanno lavorato all’interno del Giornale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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«Le due anime dell’Istituto Tartaglia-Olivieri - quella di istituto tecnico e quella di liceo artistico - si ritrovano nei progetti di alternanza che vogliono mettere lo studente al centro del mondo del lavoro e della società civile» ci dice Luciano Gerri, preside dell’istituto cittadino. I ragazzi dell'istituto Olivieri sono stati protagonisti a gennaio di un periodo di alternanza anche nella redazione del GdB.

Un’esperienza di alternanza scuola-lavoro vissuta come qualcosa di importante e formativo, come ci raccontano alcune studentesse del liceo. Silvia ha partecipato ad un progetto che l’ha vista coinvolta presso la Cartiera Toscolano 1381: «Oltre a lavorare e recuperare un mestiere antico con i miei compagni, essendo noi una terza, abbiamo potuto creare un rapporto più stretto, di conoscenza più approfondita, provenendo da diverse seconde e vivendo insieme per cinque giorni. Dalla carta che abbiamo prodotto è nata un’installazione artistica».

Marta, che è in quinta, grazie ai tre anni di alternanza presso lo studio Mariani Affreschi, ha deciso che vorrà intraprendere gli studi per diventare decoratrice. Irene, con la sua classe, ha potuto prendere parte ad un progetto incentrato sulla sicurezza presso lo stabilimento bresciano della Iveco: uno scambio di conoscenze, tra datore di lavoro e studenti, che ha portato alla creazione di un opuscolo sulla sicurezza sul lavoro distriubuito a tutti i dipendenti.

La memoria è stata al centro del progetto di Alessia e dei suoi compagni: una collaborazione con il Musil di San Bartolomeo che ha portato i giovani ad intervistare gli anziani del quartiere, a rielaborare il materiale raccolto e a creare delle installazioni multimediali, per far si che tanto patrimonio umano non venisse disperso.

Le professoresse Pini e Pasini, referenti per il liceo e per l’istituto tecnico, esprimono il modus operandi dell’istituto: l’esperienza di alternanza deve rispondere alla pluralità d’intenti della scuola, rispettando quelle che sono le diverse specificità dei vari indirizzi, ma deve soprattutto essere un’esperienza significativa di vita. «Abbiamo notato - dice la prof. Pasini - che i ragazzi che tornano dall’attività di alternanza fatta in Tanzania, a contatto con la cultura e la civiltà del luogo, tornano profondamente cambiati, facendo tesoro di quanto appreso e trasmettendolo ai compagni». E infatti gli iscritti a questo progetto aumentano di anno in anno.

Da ricordare anche il progetto messo in atto con il Cai, e l’importante focus che l’istituto mette ha messo in campo sulle attività di formazione alla sicurezza stradale, in orario extrascolastico ed extra lavorativo.

 

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