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«Io ero. Memorie di vite spezzate»: la mostra che insegna la sicurezza sul lavoro

Alice Scalfi
L’esposizione allestita fino a venerdì al Don Milani di Montichiari, poi proseguirà nel tour delle scuole bresciane per stimolare la riflessione sul tema
  • «Io ero. Memorie di vite spezzate»: la mostra che insegna la sicurezza sul lavoro
    «Io ero. Memorie di vite spezzate»: la mostra che insegna la sicurezza sul lavoro - © www.giornaledibrescia.it
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Martino, Tiziano, Gianfranco e tutti gli altri, morti sul lavoro dal 2022 a oggi. Trentasei vite chiamate per nome, una a una, e raccolte in altrettanti pannelli a comporre la mostra «Io ero. Memorie di vite spezzate», che fino a venerdì rimarrà allestita all’Istituto superiore Don Milani di Montichiari.

Il tour nelle scuole

Un’esposizione che ha l’obiettivo di sensibilizzare e stimolare la riflessione rispetto ai temi della sicurezza in tutti i luoghi di lavoro.
L’iniziativa è di Cisl Brescia, che proprio dal Don Milani ha intrapreso il tour della mostra nelle scuole della provincia: «Nel nostro istituto - ha spiegato la dirigente Claudia Covri -, in quanto polo per i percorsi trasversali all’orientamento. Il tavolo di lavoro ha voluto fortemente un importante progetto sulla sicurezza, che ha previsto per i nostri studenti una formazione generale, ma anche specifica su questo tema: i nostri studenti, durante l’alternanza scuola-lavoro, diventano lavoratori. L’attenzione deve essere alta».

Educare alla sicurezza

Ne è convinto anche il segretario provinciale di Cisl Brescia, Alberto Pluda: «Iniziamo da qui, cercando di portare nelle scuole l’importanza dell’attenzione: è l’attenzione che alza la soglia della sicurezza». E ha ricordato, il segretario, «come dietro a ogni infortunio sul lavoro, ci sono famiglie, intere comunità».
Presente all’inaugurazione della mostra anche il consigliere provinciale con delega all’Istruzione Filippo Ferrari. Da lui l’invito rivolto ai ragazzi a «guardare la mostra, leggere i pannelli che la compongono affinché possiate rendervi conto di come queste tragedie siano spesso causate dalla leggerezza».
Due classi, una quinta e una prima, hanno assistito al momento inaugurazione dell’esposizione, e ascoltato il racconto di Mustafà e Vincenzo, due operai metalmeccanici che hanno visto in faccia «l’angelo della morte»: entrambi vittime di infortuni sul lavoro, da cui sono usciti vivi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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