Cosa significa per te «avere voce»? Le risposte dei ragazzi del Pcto
Un entusiasmo palpabile e tanta curiosità: questo traspare dai cinquanta studenti del liceo classico Arnaldo e dell’istituto Canossa che prenderanno parte al progetto di Pcto «GdB Voci dal futuro», nato dal del Giornale di Brescia in collaborazione con Italmark.
Al termine del kick off di questa settimana, hanno condiviso alcune riflessioni in merito al lavoro di video podcast che dovranno svolgere in gruppo, dedicato a storie di giovani che hanno cambiato, o cambieranno, o stanno cambiando il mondo in meglio, dando priorità a storie legate alla territorialità. Partendo da quel «voci», che li ha spinti ad interrogarsi su cosa significhi, oggi, per loro, avere voce.
Cosa significa per te «avere voce»?
Qualcuno suggerisce che «avere voce significa avere la possibilità di comunicare informazioni o idee che consentano di cambiare le cose», altri che sia «un modo per generare libertà, dando la possibilità di agire in maniera attiva nel mondo per migliorarne alcuni aspetti».
Per altri ancora, invece, avere voce significa «essere compresi ed ascoltati anche quando si è diversi, sentendosi apprezzati e parte di una comunità proprio per il valore aggiunto che ognuno di noi porta con le sue caratteristiche».
Cosa cambieresti del mondo che ti circonda?
«Tante cose: in primis sceglierei la sostenibilità e le interazioni umane», suggeriscono alcuni, mentre per qualcun altro bisognerebbe «affinare la capacità di ascolto degli adulti nei confronti dei ragazzi, degli anziani e dei soggetti considerati fragili. Gli adulti dovrebbero lasciare più libertà d’azione ai giovani, dando loro spazio di provare a cambiare in meglio alcuni aspetti della loro comunità».
Un punto di forza delle nuove generazioni?
«Grazie ai social media siamo abituati a connettere posti tra loro lontani – analizza un gruppo di ragazzi –: abbiamo a disposizione strumenti che ci consentono di reperire rapidamente informazioni e conoscere ciò che è successo nel passato e ciò che sta accadendo in tempo reale. Viviamo con la conoscenza a portata di mano. I social, inoltre, possono essere un mezzo importantissimo di diffusione di idee, opinioni, ideali e pensieri».
Durante il kick off gli studenti hanno ripercorso la storia dello storytelling, analizzando i primissimi strumenti di diffusione dell’informazione e poi via via avvicinandosi cronologicamente a quelli della loro quotidianità.
Un viaggio che li ha spinti ad interrogarsi sul valore che la narrazione ricopre ancora oggi. «È fondamentale – è stato il pensiero più comune – indipendentemente da quello che sceglieremo di essere e fare nella vita: saper raccontare un’idea è ciò che la rende vincente».
Non è mancato anche l’augurio di qualcuno al fatto che «un progetto così ci aiuti a scrollarci di dosso una certa timidezza generazionale che a volte ci rende impacciati nella comunicazione diretta, quella non filtrata dai social. Qui invece ci potremo confrontare anche direttamente con compagni, giornalisti, professionisti: sarà una bella sfida».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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