Fondi Pnrr per gli asili nido, ma i tempi per i Comuni sono stretti

In provincia di Brescia servirebbero almeno altri duemila posti negli asili nido per raggiungere la disponibilità minima richiesta dagli standard europei, secondo cui ogni comune deve garantire almeno 33 posti ogni cento bambini residenti tra gli zero e i due anni. Il calcolo arriva dai ministeri dell’Istruzione e dell’Economia, che un mese fa hanno firmato insieme un decreto per bandire una nuova gara che servirà ad attivare 27.558 posti negli asili nido in 1.882 comuni italiani.
L’avviso stanzia 734,9 milioni di euro ed è l’ultimo step della missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dedicata al potenziamento dei servizi dell’infanzia, che si aggiunge alle procedure già chiuse e finanziate negli anni scorsi (tra questi, su circa 2.500 progetti in corso a livello nazionale sono 35 quelli nel Bresciano distribuiti in 32 comuni, secondo un’elaborazione recente del Sole 24 Ore). Nella graduatoria allegata al decreto n. 79 del 30 aprile ci sono 77 comuni bresciani: complessivamente i posti da attivare sarebbero 2.026, per un totale di quasi 45 milioni di euro. Ma come è successo altre volte per progetti legati al Pnrr, i fondi ci sono, ma i comuni si trovano a rifinire in corsa i progetti e a doverne valutare velocemente la sostenibilità a lungo termine. In questo caso, le amministrazioni comunali devono capire, per esempio, se il bisogno dei nuovi posti è reale – i dati Istat usati per la graduatoria sono del 2021 – e se ci sono le risorse per pagare il personale scolastico. Le risorse del decreto, che indica l’importo per ciascun comune in base al numero dei posti da attivare, sono infatti destinate a nuove costruzioni o a interventi di riqualificazione.
I dubbi sono sollevati da alcuni Comuni, contattati, che risultano indicati come possibili beneficiarie. Possibili, finora, perché i finanziamenti saranno dati a chi completerà l’iter in tempo: entro domani, 31 maggio, va chiusa l’istruttoria e ottenuta l’autorizzazione da parte del ministero, poi entro il 31 ottobre i comuni dovranno assegnare i lavori.
Avere un quadro complessivo è difficile perché la competenza degli asili nido è dei singoli Comuni e dunque non c’è una raccolta sistematica dei dati a livello provinciale, come confermano dalla Provincia di Brescia e dall’Associazione Comuni Bresciani.
Il bando
Le risorse verranno inizialmente ripartite tra i primi 387 comuni della classifica nazionale. I comuni bresciani già sicuri di ricevere i fondi, se staranno nei tempi, sono sette: Montichiari (un milione e oltre 700mila euro per 72 nuovi posti), Rovato (oltre un milione di euro per 42 posti), Chiari, Ghedi, Lonato, Leno e Palazzolo (864mila euro per 36 nuovi posti ciascuno).
I fondi residui saranno poi assegnati ai restanti 1.481 Comuni ammessi in graduatoria (70 nella nostra provincia) e, infine, agli enti locali che hanno meno di 60 bimbi tra gli 0 e i 2 anni e partecipano al bando aggregati a comuni limitrofi.
A Montichiari si valuta
(Giulia Bonardi)
Per capire la situazione, un esempio significativo arriva da Montichiari. Il Comune aveva partecipato a un bando dedicato agli asili nido aggiudicandosi il finanziamento per la prossima realizzazione dell’asilo da 40 posti in località Chiarini. Al momento, l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Togni sta facendo tutte le valutazioni del caso per stabilire se presentare un progetto anche a quest’ultimo bando, tramite cui verrebbero erogati concretamente questi fondi aggiuntivi. Occorre infatti, spiegano dal Comune, esaminare spazi, luoghi, gestione, bisogni del territorio ed eventuale possibilità di mettere a cantiere l’opera entro i tempi stabiliti.
«Stiamo facendo tutte le riflessioni necessarie – dice il sindaco Togni –. Al bando iniziale a cui noi abbiamo partecipato hanno partecipato anche altri Comuni; alcuni però hanno rinunciato ai fondi, quindi lo Stato ha assegnato queste risorse "avanzate" ripartendole tra gli altri». A Montichiari, prosegue il sindaco, sarebbero assegnati d’ufficio complessivamente un milione e 728mila euro per realizzare 72 nuovi posti. Entro domani, «ci sarebbe da inviare una sorta di progetto di fattibilità per poi cominciare i lavori in ottobre».
L’Amministrazione sta quindi facendo un’analisi delle variabili da tenere conto, per poi prendere le dovute decisioni.
A Lonato del Garda: «Dobbiamo capire se i nuovi posti servono davvero»
(Alice Scalfi)
Per certo c’è che il nuovo asilo nido in zona Busi, a Lonato del Garda, entro il 2026 sarà pronto. Quanto al nuovo contributo giunto all’improvviso come l’arcobaleno dopo la tempesta, e si parla di 864 mila euro, si vedrà: «In questi giorni – spiega l’assessore al Bilancio, Massimo Castellini – verificheremo l’effettiva necessità di nuovi posti».
Lonato era risultato beneficiario di un contributo Pnrr pari a 1,43 milioni di euro: la notizia era arrivata nell’agosto del 2022, il progetto del Comune era piaciuto e via, si è partiti con i lavori per il nuovo asilo nido, che sta sorgendo a fianco della scuola dell’infanzia Wojtyla, in via Busi. Ora sul piatto però c’è la novità del decreto del 30 aprile 2024. Nell’allegato 4 del decreto, alla posizione 322 della graduatoria, c’è il Comune di Lonato, per cui il dicastero prevede l’attivazione di ulteriori 36 posti, individuati sulla base dei dati Istat del 2021. L’assessore Castellini, però, è molto cauto. La nuova assegnazione è stata accolta in municipio con favore, «ma si parla di una nuova struttura, o di ampliamenti e riqualificazioni: occorrono i progetti. E occorre anche capire se effettivamente vi sia questa necessità di ulteriori posti. Sono passaggi che valuteremo nei prossimi giorni». Insomma, bene questi nuovi denari, ma non è affatto detto che davvero li si iscriva a bilancio.
A bilancio c’è, senza dubbio, il finanziamento già messo a terra all’area Busi, con il nuovo asilo nido. Lì si stanno realizzando tre sezioni per 40 bambini di età compresa tra 3 e 36 mesi: due da 14 bambini ciascuna per i bimbi da 12 a 36 mesi, una per i piccolissimi da 3 a 9 mesi. Il tutto, a «impatto zero» e collegato al teleriscaldamento. Castellini conferma: «Lavori e collaudo conclusi entro giugno 2026».
A Rovato: «Avrebbe più senso potenziare l’offerta»
(Daniele Piacentini)
Costruire nuove strutture per l’infanzia è un’idea che solletica. Ma poi, chi manterrà i servizi? E con quale personale? Sono alcune domande che in queste ore circolano tra gli uffici del Comune di Rovato, premiato dalla graduatoria dei fondi istruzione del Pnrr. Sul piatto ci sono, potenzialmente, poco meno di due milioni di euro. Resta tuttavia da capire se il gioco valga la candela. «Essere così in alto in graduatoria è già di per sé una soddisfazione», ragiona Valentina Bergo, 38enne assessora a Istruzione, cultura e scuola.
«Bisogna però valutare bene cosa si potrà fare con quei fondi. Ci stiamo confrontando con gli uffici e attendiamo le Faq esplicative. Se i finanziamenti sono vincolati a realizzare solo nuove strutture per i posti nido, c’è da capire la sostenibilità nel tempo dei servizi, dai costi per il personale a tanto altro ancora, senza dimenticare il grado di affidabilità di chi dovrebbe andare a gestire i posti; penso a realtà non radicate nel territorio, di cui non conosciamo le referenze».
Il discorso cambierebbe, continua Bergo, se fosse possibile ampliare l’orizzonte e «ragionare più in un’ottica di sinergia comunale, tra pubblico e realtà convenzionate, andando ad ampliare e potenziare quello che già c’è, con interventi mirati e di sistema. A Rovato, fortunatamente, si è creata una rete strutturata e affiatata, che offre servizi di alta qualità, come si vede chiaramente dalle richieste».
Se a livello di nascite, infatti, Rovato è in linea con il trend generale (e negativo), «contiamo su numeri costanti di famiglie del resto della Franciacorta che scelgono di abitare a Rovato, oltre a numerosi genitori che lavorano nella nostra cittadina e vogliono usufruire delle nostre scuole». Per ovviare alle richieste, da settembre saranno messi a disposizione altri posti tra nido e sezioni primavera, dislocati tra frazione Duomo e il centro storico.
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