Scuola

Festa a sorpresa per il prof. Manzoni che va in pensione

Ricordi ed emozioni per il docente di lettere classiche del liceo Arici di Brescia, accolto da 80 studenti di periodi diversi
Foto di gruppo in un luogo scelto non a caso © www.giornaledibrescia.it
Foto di gruppo in un luogo scelto non a caso © www.giornaledibrescia.it
AA

Non se l’aspettava proprio, ed era visibilmente emozionato quando, salendo ieri sera la scalinata del Capitolium, dove è stato attirato con una scusa, si è trovato davanti un’ottantina di suoi ex studenti di periodi diversi. Ma quale luogo poteva essere migliore per organizzare una festa a sorpresa a Gian Enrico Manzoni, professore di latino e greco, appena andato in pensione? Una vita dedicata alla scuola per il conosciuto e stimatissimo docente (anche universitario, in Cattolica, dove continua a insegnare), con 42 anni di servizio alle spalle, di cui 38 al liceo classico Arici. 

Lui, a riposo, è andato non con «quota cento», ma con… quota 115, dicono i suoi ex allievi, che hanno intitolato la festa «Gem to», dove «Gem» sta naturalmente per Gian Enrico Manzoni, e che per l’occasione hanno realizzato anche una maglietta e un gadget: un lapis rosso e blu, a memento della temutissima matita con cui il prof. correggeva i loro compiti.

Ad accogliere il professore, tra gli ex alunni ci sono anche Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei («Sei stato il tramite tra i valori della cultura classica e la forma mentis che ci ha guidato nella vita», dirà) e Pierpaolo Camadini, presidente dell’Editoriale Bresciana. C’è Giuseppe Bonardi, assessore alla Cultura del Comune di Cologne, che legge a nome di tutti una lettera, che inizia così: «La letteratura latina, a lei tanto cara, forse meno a noi studenti, ci ha tramandato la locuzione "Semel in anno licet insanire, una volta all’anno è concesso avere comportamen- ti sopra le righe". Mi sono chiesto: come celebrare, magna cum laude, il grande prof. Gian Enrico Manzoni che tutta Brescia ci invidia e applaude?».

E, prosegue Bonardi, rimembrando le dotte lezioni del professore e «il terrore generato dal registro inclinato dietro la cattedra con i suoi occhi che scorro- no sull’elenco», ma anche le gite in Grecia, l’annuncio della maturità. E si arriva alla parte più «seria»: «Abbiamo apprezzato i suoi insegnamenti soprattutto negli anni successivi al liceo: abbiamo compreso di aprire la mente oltre la semplice traduzione, l’importanza dell’educazione e del rispetto ma anche la comprensione verso l’altro, serietà e competenza ma con una base di amorevolezza. Questi sono solo alcuni valori che abbiamo interiorizzato grazie a lei e per cui non smetteremo mai di ringraziarla».  

Alla fine tocca a «Gem», commosso, fare per l’ultima volta l’appello a quegli 80 ragazzi, ormai uomini e donne, che in modo originale hanno voluto testimoniargli la loro riconoscenza e il loro affetto. C’è ancora spazio per una foto di gruppo, dove tutti quanti gli si stringono attorno, e quindi via a cena e festeggiamenti alla White Room in Santa Giulia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia