Docenti di sostegno, con il cambio delle regole scatta la protesta degli specializzandi

Sara Centenari
Dalla manifestazione alla lettera al ministro: «Assurdo non farci concorrere per il posto»
La manifestazione all’esterno del campus dell’Università Cattolica - © www.giornaledibrescia.it
La manifestazione all’esterno del campus dell’Università Cattolica - © www.giornaledibrescia.it
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Hanno investito tanto per la loro formazione: ora questo cambio in corsa delle regole li getta nello sconforto. Centinaia di aspiranti docenti specializzandi in sostegno hanno manifestato alcuni giorni fa a Brescia - così come a Milano e a Roma - per il mancato rinnovo di una norma straordinaria, ex articolo 59 del decreto Milleproproghe che, vista l’enorme carenza di personale, concedeva agli specializzati di entrare direttamente in ruolo, una volta inseriti nelle graduatorie provinciali di supplenza di prima fascia.

E adesso hanno deciso di scrivere una lettera al Ministero dell’Istruzione e del Merito, all’Ufficio Scolastico Regionale e a quelli territoriali.

«Siamo tutti laureati: ogni giorno, anche chi lavora al mattino, frequenta il corso intensivo Tfa VIII ciclo all’Università Cattolica nel pomeriggio, per conseguire il titolo, dopo aver pagato un’iscrizione di tremila euro - spiega la 27enne Alessia Gandelli -. Un corso che prevede 18 esami tra settembre e marzo. In Italia la carenza di docenti formati per questo incarico è allarmante».

Il fatto di poter essere assunti l’anno successivo a quello di prova garantiva anche la tanto sognata continuità. «Infatti accanto a noi alla manifestazione c’erano le famiglie di molti bambini con disabilità: è vitale poter fare affidamento, magari dalla prima alla quinta, su un insegnante che conosce l’allievo e le sue necessità».

Valido rinforzo

A settembre per entrare nel corso gli specializzandi hanno sostenuto due test di ammissione. «Una bella selezione è già stata fatta. E ricordiamo che alle prove del concorso su 4.100 posti aperti sul sostegno in Lombardia si sono presentati in pochissimi: solo 171 candidati, per la primaria e 84 su 440, per l’infanzia.

Quando a breve noi otterremo il titolo potremmo rappresentare quindi un valido rinforzo. Ma la norma è stata cancellata o dimenticata e non essendo ancora specializzati, per un soffio, non abbiamo potuto partecipare al concorsone sul sostegno», sottolinea oltre a Gandelli anche la 31enne Alessandra Capelli.

I 500 iscritti in Cattolica sono suddivisi tra i 75 di Brescia, altrettanti a Piacenza e i 350 di Milano. Aspettano risposte dal Governo e nel frattempo valutano se organizzare un massiccio flash mob ad aprile. I corsisti dell’ottava edizione hanno così scelto di prendere carta e penna: «L’11 e 12 marzo abbiamo partecipato al Concorso per infanzia e primaria su "posto comune"», quindi per insegnare ad esempio italiano o matematica alle elementari, «di cui al DM 206/2023. Ma non ci è stato permesso di concorrere per il posto di sostegno con riserva, poiché non ancora specializzati».

Richieste

La totalità degli insegnanti ha superato lo scritto, quindi potrà accedere all’orale. Con la lettera chi scrive inoltra una richiesta-provocazione, che mette in luce le contraddizioni tra domanda e offerta, potremmo dire, in un ambito chiave dell’istruzione. «Chiediamo di sostenere l’esame orale su "posto sostegno" con riserva, a fronte dell’anno di specializzazione che stiamo concludendo: 20 ore di formazione a settimana in presenza e 175 ore di tirocinio».

In alternativa propongono la richiesta di «assunzione diretta da Gps prima fascia, come già avvenuto negli anni precedenti». Tutto questo perché «è chiaro ciò che vogliamo essere e diventare: insegnanti di sostegno che si battono per garantire diritti e istruzione». Nella pratica un terzo dei docenti di sostegno è nominato da graduatoria unificata incrociata e non ha specializzazione. «Una procedura che contraddice i principi dell’educazione inclusiva, ma che va anche contro la legge 104/92 ». E in molte scuole, anche nel Bresciano, esaurite le Gps si passa alla Mad, messa a disposizione diretta.

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