«Amici di penna» tra Brescia e gli Usa grazie ai social

Alessandro Massini Innocenti
Innovativa esperienza culturale all’Istituto Abba Ballini, ma il fine è ancora incontrarsi
Sara Meraviglia in collegamento con Elisa Schwab Clewis - © www.giornaledibrescia.it
Sara Meraviglia in collegamento con Elisa Schwab Clewis - © www.giornaledibrescia.it
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La faccia sana della medaglia del mondo web e social, ogni tanto, torna a risplendere. E quando accade è spesso merito di gesti semplici. Come quello di mettere in contatto una trentina di studenti italiani e statunitensi tra i 18 e i 22 anni, nato da un’idea della professoressa di inglese dell’Istituto Abba-Ballini, Sara Meraviglia, e della sua collega e amica Elisa Schwab Clewis, bresciana emigrata dieci anni fa in Pennsylvania per amore e lavoro. Quest’ultima insegna all’Arcadia University, nella contea di Montgomery, non lontano da Philadelphia. Grazie all’assist di una terza docente, la professoressa Mary Salt dell’università di Exeter, in Inghilterra, le due bresciane hanno avviato il progetto «E-pen Pals: Brescia Vs Philadelphia» e hanno invitato i propri allievi, quindici oltreoceano e quindici nel Vecchio Continente, a instaurare rapporti utilizzando Skype, Facebook e Instagram.

Un modo per andare alla scoperta di una cultura diversa, oltre ogni stereotipo. «Volevo che gli studenti di ragioneria, molto concentrati su dati e numeri, acquisissero una forma mentis più aperta e utilizzassero lo strumento dei social nella sua modalità più sana, quella con la finalità originaria di arricchire le relazioni, e non di impoverirle. Ringrazio dunque anche la dirigente scolastica Elena Lazzari per aver accolto con grande entusiasmo questa proposta», spiega la Meraviglia.

In diretta via Skype dall’altra parte dell’Atlantico, e con sei ore in meno di fuso orario, la Schwab annuisce e sorride: «Per abbinare gli studenti abbiamo usato una sorta di algoritmo umano basato su passioni, ambizioni, hobby e i collegamenti sono stati perfetti. Il fine ultimo è che possano incontrarsi di persona e suggellare quanto di buono instaurato via web. Oggi i ragazzi si sentono via social due, tre volte alla settimana e imparano con naturalezza inglese, italiano e le reciproche usanze».

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