Scienza

Cinque secoli di terremoti per prevedere le future scosse

Lo studio multidisciplinare dell'Ingv permette di svelare anche le faglie più ambigue che si celano dietro alle scosse più violente
Terremoto (immagine simbolica) - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Terremoto (immagine simbolica) - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Dallo studio di cinque secoli di grandi terremoti in Italia emergono nuovi indizi sulla sismicità del nostro territorio: oltre ad aiutare la ricostruzione degli eventi del passato, permettono di svelare anche le faglie più ambigue che si celano dietro alle scosse più violente come quelle che interessano la zona appenninica o il nord della Sicilia, fornendo indicazioni utili per il futuro.

I risultati, frutto di uno studio multidisciplinare durato oltre 30 anni, sono pubblicati sulla rivista Tectonophysics dai ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). «Il nostro obiettivo è studiare i terremoti del passato per capire meglio cosa ci attende nel futuro», spiega Gianluca Valensise, dirigente di ricerca dell'Ingv e coautore della pubblicazione. «Nel nostro lavoro siamo partiti dal Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (Cfti), analizzando i dati relativi agli eventi del passato di magnitudo pari o superiore a 5,5. Sono eventi rari - precisa l'esperto - che possono fornire informazioni uniche sulla sismicità del territorio: confrontati con quello che ci dice oggi la geologia, possono aiutarci a individuare faglie ambigue o altrimenti difficili da trovare».

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