A «Obiettivo salute» si parla di Terapia intensiva aperta

Questa sera alle 20.30 su Teletutto con Daniela Affinita ci saranno il professor Nicola Latronico, il professor Frank Rasulo, l’anestesista Simone Piva e i coordinatori infermieristici Fabrizio Boe e Rosanna Ceresoli
Daniela Affinita conduce Obiettivo salute - © www.giornaledibrescia.it
Daniela Affinita conduce Obiettivo salute - © www.giornaledibrescia.it
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Una porta che si apre dove tutto è sempre stato chiuso. È questo il filo rosso della nuova puntata di Obiettivo Salute, in onda questa sera alle 20.30 su Teletutto e condotta da Daniela Affinita. Al centro della trasmissione il tema della Terapia intensiva aperta, approfondito insieme al professor Nicola Latronico, direttore di Anestesia e Rianimazione a indirizzo rianimatorio dell’Asst Spedali Civili, al professor Frank Rasulo, direttore di Anestesia e Rianimazione a indirizzo neurorianimatorio, all’anestesista Simone Piva e ai coordinatori infermieristici Fabrizio Boe e Rosanna Ceresoli.

Con loro anche gli inviati Federica Signorelli e Matteo Berta, che hanno raccolto storie, voci ed emozioni di chi vive ogni giorno – da paziente, da familiare o da medico – la realtà della Terapia Intensiva.

Cambio di paradigma

Quello che la puntata vuole raccontare è soprattutto un cambio di paradigma: la Terapia intensiva aperta, un modello che supera l’idea di un reparto sigillato e impenetrabile. Non più orari rigidi, non più attese interminabili nei corridoi: i familiari possono accedere più spesso, con modalità flessibili, diventando parte attiva del percorso di cura. Possono dare conforto, aiutare il paziente a orientarsi, ridurre quella sensazione di solitudine che spesso è una delle paure più grandi all’ingresso in reparto.

Il momento della dimissione dalla Terapia Intensiva è carico di emozioni: sollievo, gratitudine, paura di ciò che verrà. Anche i familiari vivono un misto di gioia e stanchezza accumulata. Dopo un ricovero prolungato possono rimanere debolezze fisiche e, talvolta, ferite psicologiche: incubi, confusione, perdita del senso del tempo. Per questo esistono percorsi dedicati di riabilitazione e follow-up, pensati per accompagnare il ritorno alla vita quotidiana.

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