L’Aido di Castegnato festeggia 45 anni di vita
Una presenza sul territorio lunga 45 anni, ricchi di eventi comunitari e momenti culturali (ma non solo) per dare forza alla sensibilizzazione circa la donazione degli organi.
Compleanno importante per il gruppo Aido di Castegnato «Luigi Stabile», che ha tagliato quest’anno l’incredibile traguardo dei 45 anni dalla sua costituzione, avvenuta il 16 febbraio del 1979. Nove lustri festeggiati ieri con tutta la comunità, lungo una mattinata accompagnata anche dalle note del Corpo bandistico, altra realtà storica del castegnatese.
Da quel febbraio 1979 il sodalizio è cresciuto, e con lui la grande capacità di sensibilizzare la popolazione, sino a divenire uno dei gruppo al vertice della provincia per numero di iscritti, ormai quasi 3.000.
«In questi 45 anni abbiamo contribuito a far crescere la cultura della donazione degli organi nella nostra comunità - spiega il presidente Francesco Foglia, parte del nuovo direttivo composto dai vice Fausto Buizza nel ruolo di vicario e Roberta Vezzoli, da Luciano Mangerini amministratore, dalla segretaria Virginia Quaresmini, e dai consiglieri Tomaso Cominelli e Paola Rolfi -. Gli iscritti al nostro gruppo, ad oggi, sono 720, ai quali si aggiungono 2940 cittadini che hanno detto “sì” alla donazione con il rinnovo del documento d’identità.
La solidarietà, che è connotata dalla gratuità e dalla generosità, è l’occasione per ricordare tanti donatori, che hanno offerto ad altri la possibilità di avere una vita migliore. Aido è donare organi e donare vita, e il nostro gruppo è determinato a diffondere questo messaggio di speranza e solidarietà».
Il messaggio di solidarietà, in tutti questi anni, è stato veicolato con la promozione della cultura (a Castegnato, ad esempio, sono presenti dei murales sul tema realizzati da giovani artisti del territorio) e tanti momenti d’approfondimento.
La storia della sezione Aido di Castegnato, è intitolata a Luigi Stabile, morto in un incidente stradale il 12 febbraio 1983. Con il consenso della moglie, i suoi reni furono prelevati e donati a due giovani donne, una delle quali madre di due bambine, che poterono tornare ad una vita normale. Da una tragedia «nascono» nuove vite. Dal dolore qualcosa di buono per gli altri. Questo il fil rouge dell’Aido.
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