La presbiopia retaggio dell’età ad Obiettivo Salute

Superati i 45 anni tutti iniziano ad avere difficoltà nel vedere le parole e le immagini che compaiono sullo schermo dello smartphone, o sentono la necessità di allontanare il libro o il giornale che stanno leggendo per riuscire a mettere a fuoco le scritte. È la presbiopia, disturbo visivo tipico dell’avanzare dell’età, che toglie nitidezza alle immagini che compaiono nel vicino (inteso come a distanza di 30-40 centimetri).
Ma cosa succede ai nostri occhi passati i 40 anni? Quali sono i campanelli di allarme per capire se si soffre di presbiopia? E quali sono le opzioni oggi disponibili per correggere questo problema di vista? Se ne parlerà questa sera in diretta alle 20.30 a «Obiettivo Salute» su Teletutto, canale 16 del digitale terrestre. In studio con Daniela Affinita, il dott. Renato Valeri, responsabile dell’U.O di Oculistica dell’Istituto clinico San Rocco-Ome, il dott. Michele Cavalleri medico oculista e il dott. Gianpaolo Gatta, responsabile U.O Oculistica Istituto Clinico S. Anna.
«La causa della presbiopia è il progressivo indurimento della parte centrale, il nucleo, del cristallino, che perde acqua con l’avanzare dell’età - raccontano gli esperti -, diventa meno flessibile, perde la capacità di accomodamento e l’occhio non riesce più a mettere a fuoco le immagini vicine, che appaiono sfocate». L’età è il fattore di rischio più importante per la presbiopia. Generalmente la condizione si manifesta dopo i 45 anni e tende ad aggravarsi progressivamente con l’età. Se la presbiopia si manifesta prima dei 40 anni, all’origine della malattia potrebbero esserci altre patologie come diabete, sclerosi multipla, malattie cardiovascolari, o l’uso di farmaci come diuretici, antistaminici, antidepressivi.
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