Il laboratorio di genetica non farà più diagnosi

Al momento tuttavia non sussistono le condizioni di sostenibilità economica, prosegue invece l'attività di ricerca
Laboratorio (immagine simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Se avesse una saracinesca la troveremmo mezza abbassata. L’attività del laboratorio sarà ridimensionata: andrà avanti, ma camminerà, per così dire, su una gamba sola: quella della ricerca. Stiamo parlando della struttura dell’Università degli studi di Brescia che si occupa di citogenetica e di genetica molecolare. Una branca fondamentale della medicina moderna.

A venir meno per il laboratorio al pian terreno di viale Europa 11, che afferisce al Dipartimento di Medicina molecolare e traslazionale della Statale e che è accreditato con il Servizio sanitario regionale, è l’attività diagnostica e assistenziale. Attività che «è sospesa, non abbandonata definitivamente», come precisa il rettore Maurizio Tira. Questo ridimensionamento è avvenuto perché «la committenza più importante, quella dell’Asst di Brescia, è cessata a metà dello scorso anno per scelte aziendali: è stato accreditato il laboratorio interno dell’ospedale. E inoltre tra pochi giorni cesserà anche la convenzione con l’Asst del Garda. Non escludiamo però che in futuro, se ci saranno nuovi clienti, l’attività diagnostica e assistenziale possa riprendere. Al momento tuttavia non sussistono le condizioni di sostenibilità economica. Non ci sono entrate sufficienti per far fronte alle tante spese, e in particolare a quelle assicurative».

Le procedure per la cessazione saranno avviate a decorrere dal 1° luglio, come è stato ribadito dal Consiglio di amministrazione riunitosi lo scorso giovedì. Resta però, come detto, l’attività di ricerca, che proseguirà anche per ottimizzare le attrezzature e gli strumenti presenti nel laboratorio, dove «sono stati condotti studi estremamente significativi, di livello internazionale - rimarca Tira -: lo dimostrano le numerose pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche». Il numero uno dell’ateneo cittadino offre alcune rassicurazioni sul fronte occupazionale:«Nel laboratorio lavorano in sette: due sono dipendenti dell’Ospedale, due sono già nostri dipendenti e altri due saranno stabilizzati. Soltanto in un caso abbiamo un contratto a termine molto breve che andrà a scadenza».

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